“Stante la complessità, sotto molteplici punti di vista, della provincia e della città di Prato, dove io sono cresciuto, nonché la delicatezza del momento di transizione ove anche si attende l’indicazione del nuovo prefetto (allo stato attuale il posto è vacante), avrei la necessità istituzionale di poter contare ancora, almeno per un anno, sulla presenza e sulla collaborazione del colonnello Turini a Prato”.

Così, in una lettera (con intestazione del Ministero degli esteri) inviata lo scorso 26 marzo al comandante generale dell’Arma, il sottosegretario al ministero degli Affari Esteri, Giorgio Silli, la stessa persona che ha avallato le bugie dell'ex ambasciatore a Montevideo Iannuzzi, sulla diffusione nella collettivitá del quotidiano Gente d'Italiaperorava la causa di Sergio Turini, il capo della compagnia dei carabinieri di Prato arrestato ieri mattina – con accuse come corruzione e accesso abusivo a sistema informatico - insieme con il titolare di un’agenzia di investigazioni, Roberto Moretti, e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci (socio di maggioranza del Gruppo Colle, colosso delle tintorie).

Proprio Matteini Bresci, viene riportato nella misura cautelare, avrebbe usato i suoi rapporti di conoscenza con Silli (che non risulta indagato) perché si attivasse per “la permanenza nel ruolo di comandante di compagnia”, in modo da godere di questo rapporto privilegiato fatto di favori e interessi intrecciati. Anche per chiarire questi aspetti, questa mattina il sottosegretario è stato convocato in procura a Firenze come persona informata sui fatti. «Ho risposto alle domande del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dei pm Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petricchi - ha detto il sottosegretario uscendo dal palazzo di giustizia di Firenze -. Conosco Matteini Bresci come un imprenditore illuminato che si è sempre interessato del territorio. E come faccio con tanti altri esponenti delle associazioni di categoria mi sono interessato a una questione che mi aveva sottoposto: ogni giorno mi vengono rappresentate decine di casi. Io in assoluta buona fede mi sono mosso in maniera trasparente».

L'inchiesta, diretta dai pm Luca Tescaroli e Lorenzo Boscagli assieme al collega Massimo Petrocchi della procura di Prato, è stata aperta sulla scia di una precedente indagine sulla criminalità organizzata cinese, durante la quale erano emersi i rapporti tra il militare arrestato e facoltosi uomini d'affari cinesi. Continuando a scavare, i carabinieri del Ros hanno scoperto un presunto sistema di favori reciproci (Turini avrebbe compiuto 99 accessi abusivi alla banca dati delle forze di polizia per favorire Matteini Bresci e altre persone nella sua sfera di interesse).

Matteini Bresci, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana nord, avrebbe pagato dal canto suo parte di un viaggio negli Usa per il figlio del militare, spendendosi poi per fare pressioni sul sottosegretario. Una figura centrale nell’inchiesta, quella dell’imprenditore, descritto dal gip come “costante istigatore del Turini”, sempre impegnato a “tessere rapporti e conoscenze utili per assurgere ai piani altri dell’imprenditoria pratese”.

Su questo fronte viene evidenziato dal giudice l’inserimento in circuiti “para massonici”, circostanza suggerita in particolare da una conversazione intercettata tra il militare e lo stesso Matteini Bresci, in cui si parla tra le altre cose di “mantelline”. Scrive Turini: “Te lo sei levato il cappuccio? Perché se no parti male, io non sento”. Replica l’altro: “Ieri sera è stata una cappucciata, s’è fatto un aperitivo per salutarsi cappuccio non l’avevamo” (…) solo tra noi non si incappuccia”.

Riguardo Turini il gip Anna Liguori sottolinea il tentativo di radicarsi sempre più nel territorio, e di espandere la sua rete di influenza. Il militare non avrebbe mai “mancato di sfruttare occasioni per avvicinare a sé il maggior numero di notabili pratesi, divenendo il punto di riferimento di alcuni di essi”. Esempio sarebbe una cena organizzata nei locali di una nota azienda pratese: “E’ una cena di gruppo, siamo 20, si chiama special club - diceva il comandante della compagnia dei carabinieri - 20 persone tra i più ...imprenditori e personeimportanti di Prato”.

"Qua ci sono i soldi”, diceva in un’altra conversazione intercettata, «gente con i denari ma i denari veri, impaccati pesanti”. Per poi aggiungere: “Devi essere stronzo (…) vuol dire che ormai ci stai perché non puoi trarne beneficio? Nel senso che un domani con tutte queste persone così importanti eh, magari non so, per un figliolo, per una cosa, tutto a livello, capisci? pensi un pochino anche a quello, è giusto? è sbagliato? non lo so forse è sbagliato... però credimi le opportunità che ci sono qui non ci sono da altre parti”.