Sono quasi quattromila metri quadrati. Sono suddivisi su tre piani. Sono tutti italiani. Non c'è ancora il giorno per l'inaugurazione, ma il mese sì: febbraio. Sta per nascere 'La Centrale' l'ultimo food market tricolore che vuole conquistare gli Stati Uniti. Se Eataly è già un successo che va da New York a Los Angeles, ecco che il format inventato dal signor Farinetti per tutto il mondo, in particolare quello a stelle e strisce, anche se con qualche differenza ha i suoi seguaci.
Che si chiamano Jacopo Giustiniani, toscano, ristoratore, divenuto celebre per 'Felice' wine bar a New York e Matthias Kiehm, un veterano del settore hospitality che tra i suoi successi può annoverare anche la gestione, a Londra, della food hall di Harrods. Assieme la coppia Giustiniani-Kiehm ha creato 'La Centrale' ed è partito il count-down per il grand opening a Miami, questioni di giorni e intanto l'attesa cresce.
Una scommessa o si va sul sicuro immettendo sul mercato un colosso diviso su tre piani che vuole parlare solo italiano in una città dove ci sono più culture, etnie e turisti messi assieme che da qualsiasi altra parte? Il punto è che con la gastronomia italiana, quella autentica, c'è quasi la certezza di non fallire e lo dimostrano gli export dell'Italia negli Stati Uniti e il sorgere continuo, dalla East alla West delle coste statunitensi, di ristoranti italiani. E se una volta, mica tanto tempo fa, bastava il bianco-rossoverde per dire che si si trattava di cucina italiana, adesso, lentamente, ma in maniera continua, anche il consumatore americano, finalmente, si sta accorgendo della differenza tra l'autentico italiano e l'italian sound, quello che porta solo il nome, spesso storpiato sull'etichetta o sul meno.
Guerra al 'fake', al falso e allora partendo da questo presupposto, l'originale, l'autentico, alla fine ha sempre ragione, ecco sbarcare sul grande mercato di Miami 'La Centrale' sistemata poi in una posizione strategica e ultra moderna: il futuristico 'Brickell City Center' il progetto immobiliare da 1,05 miliardi di dollari.
Ma perché proprio Miami?
"Semplice - risponde Kiehn - perchè la città è un boom culinario. Miami rappresenta la vera storia di successo urbano. Si è evoluta nel corso degli ultimi anni in maniera significativa e con il futuro sistema ferroviario ad alta velocità e i nuovi musei diventa il posto ideale dove fermarsi". I food market, quelli di grandi dimensioni, stanno diventando la moda e il South Florida, lo ha detto proprio Kiehm, ne vedrà diversi di nuovi nel giro dei prossimi mesi. Un boom economico culinario che sta toccando questa parte dello stato. E anche il paragone con Eataly poi viene quasi respinto al mittente dai proprietari de 'La Centrale' che subito ne evidenziano le differenze: è molto meno un insieme di ristoranti, grandi o piccoli, uno attaccato all'altro e più un concentrato di italiano, che comincia dal design per arrivare fino al dessert.
Come funzionerà 'La Centrale'?
Ogni ristorante rappresenterà le venti regioni italiane con il piano terra che ospiterà un mercato su una superficie di 500 metri quadrati, ispirato dalle piazze italiane e riempito con specialità tutte d'importazione. Si passerà dall'olio di oliva ai dolci alla pasta, poi arredato con tavoli di legno e pavimenti in cotto, ecco la rustica e casual 'Pizza E Pasta', il primo ristorante accanto al quale, con connotazioni siciliane ci sarà il bar.
"Quando si entrerà in uno dei nostri ristoranti - ha aggiunto ancora Kiehm - si potrà prima mangiare in loco, poi scendere al mercato e acquistare gli stessi identici ingredienti. In questa maniera il nostro cliente potrà poi a casa provare a ricreare lo stesso piatto". Dal piano terra poi si sale a quello di sopra, dove i ristoranti saranno tre: e se per i primi due si può facilmente intuire la specialità, si chiameranno 'Carne' e 'Pesce', il terzo, denominato 'Stagionale', sarà invece dedicato ai vegetariani.
Poi non troppo lontano 'Aperitivo Bar', in mezzi ad alberi di ulivo e 'Venchi', la boutique del cioccolato e del gelato. E per finire, saliti al terzo piano, ecco nel suo splendore 'Enoteca': una cantina riempita con 4.000 etichette diverse di vini, non lontano la sala degustazione, una scuola di cucina e anche spazi che potranno essere affittati per eventi privati.
"Lo chiamiamo il 'teatro del dettaglio' - continua nella sua descrizione Kiehm - non può solo una 'food court' (un insieme di piccoli ristoranti ndr) modificata. Deve essere una esperienza, evocare emozioni, qualcosa che non si possa trovare in nessun altro posto". È quasi pronta 'La Centrale' per la grande inaugurazione, al 95% dicono i proprietari e il sapore d'Italia sarà nel cibo, ma non solo. "Luoghi, suoni, odori e tutti gli elementi del design traggono ispirazione dalle regioni italiane - aggiunge Giustiniani - un solo esempio: il nostro bar sarà caratterizzato dagli ulivi mediterranei e i pavimenti dalle originali Pietre di Trani".