Nicola Fiore ha compiuto cent'anni domenica scorsa. Nato a Vila Americana l'11 febbraio 1918 è stato protagonista di una storia incredibile. Brasiliano di nascita, di origini italiane, Fiore si trovava in Italia con la famiglia nel 1939, quando fu costretto ad arruolarsi nell'esercito.
Combatté infatti in Italia, Albania e Francia, quasi sempre al fronte, vide la maggior parte degli amici morire in combattimento, mentre lui un giorno fu catturato dai nazisti e portato a lavorare in una miniera di carbone, mentre documenti e decorazioni furono tutti bruciati. Ancora oggi, al compimento del secolo d vita, Nicola Fiore, in un italiano stentato, piange pensando a quei ricordi.
"Non gli piaceva uccidere, si sente colpevole - ha raccontato la figlia Rosana Fiore Moreno - lui si presenta ancora come 'Nicola Fiore, assassino di guerra', ma invece io dico che è stato un eroe".
Una storia particolare quella di Nicola Fiore, perché i ricordi di guerra solo da sei anni ha cominciato a descriverli con dettagli e sempre lo lasciano in uno stato di profonda emozione e tristezza: "Racconta che durante quel periodo dimagrì trenta chili - sempre parole della figlia - dormiva per terra e passavano giorni prima che potesse farsi un bagno".
Una dura prigionia dalla quale però uscì vivo e nel 1949 tornò in Brasile, sposato, alla ricerca di una vita migliore per la sua famiglia. Tornò a Vila Americana, la città dove era cresciuto, ha avuto sei figli, ha lavorato nella tessitura, ma ha fatto anche il portiere e la maschera in alcuni cinema della città. Oggi Nicola Fiore è un centenario che ama vedere i film, ma anche, soprattutto, adora le feste, capace di rimanere alzato fino alle 2 di notte, cantando e ballando.