Gabe Stefanini è nato a Bologna, ma durante la scuola superiore andava a giocare a basket a Reggio Emilia. Poi ha deciso di attraversare l'Atlantico. "Volevo lasciare l'Italia - ha raccontato - perché sapevo che non mi avrebbe dato il futuro che volevo. Questo il motivo per il quale ho voluto mettermi in questa posizione: per sapere se ero pronto a fare qualcosa che non tante persone, nel mio Paese, hanno fatto". Così prima il New Jersey, dove ha frequentato la Bergen Catholic, poi da lì la prestigiosa Columbia University. E se in Italia la scuola è praticamente separata dalla attività sportiva, ora invece ha i due percorsi uno accanto all'altro. E in questo modo ha centrato il suo sogno di giocare a basket a livello di college grazie a due anni di high scool negli Usa durante i quali è stato anche premiato perla sua attività cestistica e grazie anche a quei riconoscimenti ha avuto offerte da parte di un paio di dozzine di atenei e alla fine la scelta si è ristretta a Columbia, Santa Clara e Penn. Ed è stato Morninghside Heights, il quartiere di New York della Columbia, a diventare casa sua.
"Non c'era motivo per dire no" e il suo arrivo ha fatto felice Jared Czech, assistant coach dei Lions, così si chiamano gli atleti dell'università, che appena arrivato ha festeggiato con Stefanini il suo primo reclutamento.
"Gabe è un ragazzo molto emotivo - ha spiegato l'assistant coach - e probabilmente il suo punto di maggior forza è che gioca con una tonnellata di emozione, passione e orgoglio. Un ragazzo che ha usato il basket per venire
negli Stati Uniti e ho sempre pensato che avrebbe giocato con una carica speciale". Se non sono tanti i giocatori italiani di basket in Division I nella NCAA, Stefanini è l'unico azzurro con la canotta della Columbia.
"Vorrei continuare a giocare - ha concluso - ma so che se non dovessi riuscirci la Columbia mi darà l'opportunità di fare qualche cosa d'altro".
Caterina Pasqualigo