Gente d'Italia

Italiani scomparsi in Messico, i sospetti degli investigatori: “Raffaele Russo utilizzava un falso nome”

Uno dei tre italiani scomparsi alla fine di gennaio nello Stato di Jalisco, nell'ovest del Messico, avrebbe utilizzato un'identità falsa, facendosi passare per cittadino messicano. A rivelarlo sono fonti dell'Ufficio del procuratore di Jalisco, che hanno riferito che Raffaele Russo si sarebbe registrato con un falso nome in alcuni hotel e che si faceva chiamare generalmente Carlos Lopez. Secondo le autorità messicane, Russo, 60 anni, scomparso insieme al figlio Antonio, 25, e al nipote Vincenzo Cimmino, 29, aveva precedenti in Italia per frode e si dedicava alla vendita di generatori elettrici apparentemente tedeschi ma che in realtà erano stati fabbricati in Cina.

I SOSPETTI DELLA PROCURA: RAPITI DA UN CARTELLO CRIMINALE
La procura locale sospetta che i tre potrebbero essere stati rapiti dal Cartello di Jalisco Nuova Generazione, la più importante organizzazione criminale del Messico. La famiglia dei tre napoletani ha chiesto alle autorità italiane e messicane di indagare vicino al luogo in cui sono scomparsi. La procura di Jalisco ha intanto messo sotto inchiesta 33 poliziotti di Tecalitlan, a 700 km da Città del Messico, dove è stato localizzato l'ultimo messaggio audio inviato dai tre italiani scomparsi. In quel messaggio, due di loro avrebbero detto di essere stati fermati dalla polizia locale.

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