Gente d'Italia

Mozione-denuncia del Comites di Montevideo contro l’Ambasciata d’Italia per la “scarsa pubblicizzazione delle elezioni politiche italiane in Uruguay”

Plichi elettorali che ancora non arrivano. Elettori disinformati. Silenzio generale. Scoppia la polemica in Uruguay sulle conseguenze della scarsa pubblicizzazione e diffusione che stanno avendo queste elezioni politiche italiane nel Paisito.

A lanciare l’allarme è il Comites, il Comitato degli Italiani all’Estero di Montevideo. Nella seduta di mercoledì sera l’organismo che rappresenta la collettività italiana ha approvato una mozione-denuncia nella quale verrà chiesto ufficialmente conto dell’operato all’Ambasciata.

“Allarmate” è il precedente ricordato da alcuni consiglieri del Comites che risale all’incontro dello scorso anno alla Casa degli Italiani con il presidente della Repubblica Mattarella. “In quell’occasione arrivarono soldi dall’Italia eppure il Comites e l’Aiuda dovettero pagare alcune spese come i fiori e l’impianto audio”.

A quanto ammonta questa volta il finanziamento arrivato dallo Stato italiano per la diffusione delle elezioni? - chiede all’unisono l’organismo degli italiani d’Uruguay. E ancora: "Come sono stati spesi questi soldi?".

Sono domande che i rappresentanti del Comites pongono direttamente all’ambasciatore Gianni Piccato tirato in ballo dai rappresentanti anche a causa delle sue “alquanto incredibili” vacanze che il diplomatico avrebbe effettuato per ben due settimane poco prima dell’inizio della tornata elettorale.

Circa 86mila sono i cittadini italouruguaiani abilitati a votare che stanno ricevendo in questi giorni il plico elettorale a casa. Il plico dovrà arrivare in Ambasciata entro le ore 16 del primo marzo. “È la prima volta che succede una cosa del genere. Questo è un atto elettorale clandestino”.

A parlare per prima nell’assemblea è la consigliere Filomena Narducci che è anche candidata di Liberi e Uguali. “La gente non sa nulla, molti denunciano di non aver ricevuto il plico elettorale ma non conoscono gli orari d’apertura della Cancelleria consolare. Non sanno che cosa fare e a chi possono rivolgersi. Tutto questo è strano. In Argentina le autorità consolari hanno fatto grande pubblicità e hanno fornito ai connazionali tutte le informazioni dettagliate. Qui invece c’è il silenzio più assoluto. In passato le cose erano molto diverse, si convocava una conferenza stampa con gli organi di informazione italiani e uruguaiani e si mandavano tutte le informazioni alle associazioni e ai patronati”. Secondo la Narducci la conseguenza di tutto ciò “sarà la diminuzione della partecipazione elettorale. Ci farà perdere una grossa opportunità. Sarà colpa loro se non voteranno in tanti….".

Al suo fianco nel Comites siede Renato Palermo, candidato del Partito Democratico, che condivide le preoccupazioni: “La pubblicità è molto scarsa rispetto al passato. Si vede poca presenza nei mezzi di comunicazione uruguaiani. Il pericolo è che ci possano essere pochi votanti in un paese che si caratterizzava storicamente per l’alta partecipazione”. Alle critiche del Comites si uniscono anche altri due candidati, Stefano Casini ed Enzo Bacchia.

“Questa è una grande vergogna. Vogliamo sapere come sono stati spesi i soldi arrivati dall’Italia” dice il primo, rappresentante dell’Usei (Unione Sudamericana Emigrati Italiani). Per Casini questa situazione “ha creato un vuoto lasciando i singoli candidati a informare la popolazione sul voto”. Il motivo per cui sta accadendo tutto questo è “l’assenza in Uruguay di una vera autorità diplomatico-consolare”.

Critiche condivise anche dal candidato di Forza Italia Enzo Bacchia che però parla di “problema economico”. “Le elezioni in Uruguay si stanno affrontando molto male. Ogni giorno mi arrivano messaggi da parte di cittadini che dicono di non aver ricevuto il plico. Credo che sia un problema solo nostro perché nel resto del Sud America le cose stanno andando diversamente. Forse il Correo uruguayo non è all’altezza di questo compito”. Per Bacchia ci saranno conseguenze negative sulla partecipazione considerando anche che le persone “non si prenderanno il disturbo di andare al Consolato e fare lunghe code visti i problemi di infrastruttura che ci sono”.

 

di Matteo Forciniti

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