Sono 157.000 gli italiani che hanno lasciato il Bel Paese secondo l’ultimo report pubblicato dall’Istat, Migrazioni Internazionali e Interne Della Popolazione Residente. Un dato in continua crescita e triplicato rispetto ai livelli di dieci anni fa. Tra le categorie prese in esame, è rilevante il trend di incremento dei laureati: sono infatti quasi 25.000 gli italiani in partenza con questo titolo di studio, in aumento del +9% rispetto al 2015.
Tra le mete più gettonate si confermano le nazioni dell’Europa occidentale, il Regno Unito (21,6%) in primis, seguito dalla Germania (16,5%), dalla Svizzera (9,9 %) e dalla Francia (9,5%). Di pari passo, sempre più giovani italiani scelgono di integrare il percorso universitario con un anno all’estero, che permette loro di porre le basi per una carriera dal respiro internazionale.
Il cosiddetto gap year, offerto, ad esempio, da EF Education First, sta iniziando a riscuotere un successo crescente anche in Italia. I dati EF, relativi all'anno 2016/17, lo confermano: sono partiti per il Gap year con EF l'80% degli studenti in più rispetto all'anno precedente e le nazioni preferite in assoluto dagli studenti EF rimangono Gran Bretagna, Usa, Irlanda. Il podio delle città: Londra, Oxford e Cambridge, mentre rispetto agli anni precedenti EF registra inoltre: un calo le partenze per l'Australia (-20%), la crescita dei viaggi per il Gap Year in Germania (+75%) e in alcune destinazioni in California, come Santa Barbara (+64%) e San Francisco (+ 77%).
Frequentare un corso all’estero e, eventualmente, affrontare al contempo uno stage, immersi in una nuova cultura, permette non solo di progredire più velocemente e accrescere le proprie competenze linguistiche, ma anche di aprirsi al mondo, essere più flessibili, dinamici e propensi a lavorare in team. Acquisire, quindi, un insieme di soft-skill e di abilità sociali, interpersonali, comunicative e gestionali a cui i responsabili delle risorse Umane tendono a dare particolarmente peso nel corso di una selezione.