Un’affluenza crollata. Bisogna partire da questo dato per analizzare il voto italiano in Uruguay che per questa tornata elettorale ha fatto registrare un calo vertiginoso come d’altronde era prevedibile.
Ha votato solo il 23,55% degli aventi diritto degli oltre 85mila cittadini abilitati. Significativo è il dato in comparazione alle ultime elezioni del 2013: pur con diecimila elettori in meno, in quell’occasione votarono oltre 30.500 persone, ossia il 40% una delle medie più alte a livello mondiale.
Cosa è successo questa volta? Sono tanti gli interrogativi irrisolti che stanno alimentando dubbi e sospetti sull’organizzazione come già denunciato nei giorni scorsi. Il risultato del voto racconta che a stravincere è il Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero) che in Uruguay ha presentato Rosaria Lamorte, sorella di Aldo, politico locale e già candidato in passato impossibilitato questa volta da una nuova legge.
Il partito di Ricardo Merlo raddoppia nelle preferenze quello di Filomena Narducci, dirigente storica della collettività italiana, che questa volta ha scelto di presentarsi con Liberi e Uguali. A seguire il grande sconfitto, il Partito Democratico con il 13,04% e poi l’Usei (Unione Sudamericana Emigrati Italiani).
La coalizione di centrodestra e il Movimento 5 Stelle completano il quadro. Tra i candidati italouruguaiani le interpretazioni sono diverse anche se su un punto tutti sono d’accordo: la fase organizzativa in Uruguay non è stata all’altezza e il crollo dell’affluenza ne è una dimostrazione.
Filomena Narducci ha portato Liberi e Uguali in Uruguay al 18%. Un risultato incredibile se si considera il fallimento di questo partito in Italia. Oltre al “dato gratificante” segnalato la candidata va subito al nocciolo della questione: “È stato un disastro. Un atto gravissimo sotto tutti i punti di vista. Partecipo alle elezioni dal 2006 e una cosa del genere non l’avevo mai vista”.
Molteplici i punti segnalati che vanno dalla scarsa pubblicizzazione al mancato ricevimento delle buste elettorali da parte degli elettori: “Il responsabile politico di questa situazione è l’ambasciatore Gianni Piccato. Occorrono spiegazioni urgenti su quanto è accaduto”. Il Comites lo aveva già chiesto nei giorni scorsi. Oggi questi dubbi restano: "A quanto ammonta il finanziamento arrivato dall’Italia per la promozione delle elezioni? Come sono stati spesi questi soldi? E poi ancora: dove sono state stampate le schede? Quante schede ha inviato effettivamente il Correo Uruguayo agli elettori? È stato fatto tutto entro i tempi stabiliti? Vogliamo conoscere i contratti che sono stati stipulati con le imprese locali. In passato queste informazioni venivano rese pubbliche prima delle votazioni mentre questa volta c’è stato il silenzio più assoluto. Inoltre controlleremo sui eventuali brogli che ci possano essere stati”.
Catastrofico è la prima parola pronunciata da Renato Palermo sul risultato del Partito Democratico, di cui era capolista alla Camera nell’America Meridionale. “Ancora non abbiamo fatto un’analisi ma ciò che è certo è che gli elettori ci hanno penalizzato”. C’è un ulteriore aspetto da segnalare: “Le cifre dei voti validi così bassi in Uruguay non era prevedibile”.
Il riferimento è alle 2.963 schede non valide (tra queste 1.397 bianche) che fanno ulteriormente scendere i dati dell’affluenza a 17mila circa. Secondo il rappresentante del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), sul crollo dell’affluenza c’è una responsabilità diretta dell’Ambasciata italiana: “Tutti sappiamo che le istituzioni sono state praticamente assenti con una scarsa diffusione all’interno della società uruguaiana. Bisognerà analizzare anche questo aspetto, conoscere i dettagli della fase organizzativa e capire quali sono state le responsabilità individuali”. “Mi sento ugualmente vincitore” ripete il candidato del centrodestra al Senato Enzo Bacchia che però accusa il suo partito per il poco tempo a disposizione per la campagna elettorale: “Ho avuto la conferma della candidatura una settimana prima della scadenza, sono arrivato molto dopo rispetto agli altri. Il tutto è stato fatto molto in fretta e senza alcun finanziamento. In ogni caso io mi sento soddisfatto”.
Sull’organizzazione interna delle elezioni, Bacchia condivide le domande già formulate dal Comites nei confronti dell’Ambasciata: “Quanti soldi sono stati ricevuti dall’Italia per la pubblicizzazione? Come sono stati spesi questi soldi?”. Ci sono però altri aspetti da considerare relativi alla buste elettorali e al loro invio: “Quante buste ha ricevuto il Correo Uruguayo per distribuire? C’è molta gente che dice di non averle ricevute, quindi dove sono andate a finire? Il Correo ha delle ricevute di consegna delle buste? Indipendentemente dalle responsabilità personali che si vedranno, sicuramente sono stati commessi errori. C’è qualcosa di molto strano. Queste sono state le peggiori elezioni della storia nel nostro paese”.
(di Matteo Forciniti)