Sembra che sia giunta la parola fine al caso di Rocco Morabito, ‘ndranghetista arrestato in
Uruguay lo scorso settembre e attualmente recluso nel carcere Central di Montevideo. Il Comando generale dei Carabinieri informa che il giudice uruguaiano specializzato in crimine organizzato Dolores Sánchez ha autorizzato l’estradizione di colui che era considerato dalla Polizia italiana come uno dei cinque latitanti più ricercati.
Si tratta in realtà di una seconda istanza che ribalta la prima decisione della Procura uruguaiana che aveva rifiutato l’estradizione poiché la giustizia uruguaiana non riconosce la validità dei processi in contumacia. Ribattezzato il “re della cocaina" di Milano, la fuga del boss calabrese è durata ben 23 anni dei quali 13 trascorsi in Uruguay, vivendo in una lussuosa villa a Punta del Este.
Durante la sua latitanza, è stato condannato in contumacia dalla giustizia italiana a trent’anni per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di droga. L’operazione di Montevideo è stata possibile grazie a un’azione congiunta tra le forze dell’ordine uruguaiane e i carabinieri del comando di Reggio Calabria dopo mesi di intense attività.
L’avvocato di Morabito, Víctor della Valle ha annunciato ricorso alla sentenza appellandosi al trattato firmato tra Italia e Uruguay che è “chiarissimo” e “non ammette” un processo in contumacia per un imputato. “Tutte le altre sono interpretazioni innaturali delle leggi”. Per il giudice Sánchez, invece, l’Italia ha compiuto tutti gli aspetti formali per la richiesta dell’estradizione di Morabito. “Grazie agli accordi tra le due nazioni” -ha spiegato- “l’Uruguay ha l’obbligo di consegnare all’Italia gli imputati condannati in questo paese qualora venga consegnata una copia della sentenza”.