Esistono Paesi al mondo in cui la mortalità infantile continua a rappresentare un'emergenza. Paesi in cui esiste un medico ogni 48mila abitanti. E' il caso dell'Etiopia, terra ricca di storia millenaria e in forte ricerca di uno sviluppo interno e internazionale. Proprio qui si registra un caso di tenace "buona sanità" con una forte radice italiana. Merito di Walter Panzeri, 63enne manager lombardo, una lunghissima esperienza di progetti complessi internazionali, con trascorsi in Argentina, Messico e in varie attività legate a progetti di sviluppo territoriale e tecnologico. Trasferito nel 2008 ad Addis Abeba, Panzeri ha preso a cuore una sfida improba e da circa dieci anni è il direttore tecnico di Ecusta, la nuova università etiope sorta a Labu, enorme subcity situata a sud di Addis Abeba, metropoli caotica da circa sette milioni di abitanti. Nata in ambito cattolico con il sostegno della Cei, l'università ha raccolto negli anni quei 10 milioni di euro necessari ad avviare le facoltà di ingegneria, energie sostenibili, agrobiologia e medicina.
INAUGURATI I PRIMI EDIFICI DEL CAMPUS
Proprio grazie alle donazioni lo scorso autunno Panzeri e il management di Ecusta hanno inaugurato i primi edifici del campus universitario, e poi la clinica universitaria per maternità e infanzia Kibur Hiwot ("La vita è preziosa"), un centro che comprende pronto soccorso, ambulatori per visite ginecologiche e pediatriche, due sale parto, reparti di degenza, un'area con incubatrice, un laboratorio di analisi, più l'edificio-farmacia, aule, biblioteca scientifica, mensa e uffici. "La clinica così inaugurata prevede di poter accogliere almeno 600 parti all'anno- dice Panzeri- di cui circa 120 parti cesarei, sviluppando circa 8-10mila visite all'anno. Il tutto con una forte attenzione all'alta incidenza di donne con Hiv, virus che in Etiopia esprime sempre numeri preoccupanti".