Anche l'Italia segue con particolare attenzione e inquietudine il caso Skripal. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo britannico Boris Johnson, nel corso del quale ha fatto il punto della situazione sulla controversa spy story che sta agitando lo scenario internazionale.
“Siamo molto preoccupati della vicenda di Sergey Skripal, che ha messo a rischio molte vite umane ed esprimiamo la nostra forte solidarietà al Governo e al popolo britannico", ha sottolineato Alfano secondo quanto recita un comunicato ufficiale della Farnesina.
"È particolarmente grave l'uso di un agente chimico, vietato dalle convenzioni internazionali, sul territorio della Gran Bretagna. Stiamo seguendo con molta attenzione il dibattito internazionale sulla vicenda e non faremo mancare il nostro sostegno ad ogni azione volta a garantire la sicurezza e il rispetto del diritto internazionale.”
Nel pomeriggio, inoltro, Alfano ha incontrato il ministro degli Esteri giordano Ayman Al Safadi, a margine della Riunione ministeriale sul sostegno alle forze di sicurezza libanesi. “La sicurezza della Giordania è prioritaria per la stabilità del Medio Oriente", ha ribadito Alfano.
"L’Italia sostiene concretamente la resilienza del Regno Hashemita, delle sue istituzioni e del suo sistema economico. Siamo al vostro fianco nella lotta al terrorismo: il tempo è ora maturo per studiare nuove forme di cooperazione in questo ambito, ad esempio attraverso un meccanismo più efficace di scambio di informazioni e attraverso iniziative volte a promuovere percorsi di de-radicalizzazione e di contrasto alla narrazione degli estremisti”.
“Apprezziamo la leadership giordana nell’organizzazione della Conferenza ministeriale straordinaria dell’Unrwa, a cui ho partecipato questa mattina” ha sottolineato il capo della Farnesina. “In qualità di sostenitore di lunga data delle attività dell’Unrwa, l’Italia riconosce l’estrema importanza del mandato dell’Agenzia. Abbiamo rafforzato il nostro sostegno all’Agenzia e auspichiamo che il resto della comunità internazionale deciderà di fare altrettanto”.