Musica e cucina di alto livello. Allegria e convivialità. C'è stato questo e tanto altro ancora nella festa dell'Associazione Calabrese di Montevideo che ha celebrato il suo cinquantacinquesimo anniversario.
Una festa in grande quella organizzata dai calabresi che ha scritto un nuovo capitolo nella lunga storia di uno dei gruppi italiani più importanti del paese. Da poco più di due mesi alla guida di questa associazione c'è Filomena Corrado che è subentrata al marito Eugenio Nocito nell'incarico.
Il suo caso rappresenta un particolare primato: si tratta della prima volta di una donna alla guida dei calabresi. Nata a Sangineto e arrivata da bambina in Uruguay, la vita di colei che oggi rappresenta la numerosa comunità è sempre ruotata intorno a questa istituzione. “Oggi sento una grande allegria a ritrovarmi alla guida di questa che per me è come una famiglia. Facciamo tanti sacrifici per mantenere le tradizioni, certo vorremmo fare maggiori attività ma io credo che siamo sulla strada giusta”.
Per la Corrado la collettività italiana dell’Uruguay oggi “ha bisogno di maggiori eventi unitari” che “possano coinvolgere i diversi gruppi presenti indipendentemente dalle nostre differenze”. Per l’ex presidente Eugenio Nocito questa occasione di festa “deve anche farci riflettere sul grande insegnamento che ci hanno lasciato i fondatori. Sono stati dei grandi visionari, il loro esempio oggi continua ad essere il nostro monito e dobbiamo proseguire su questo cammino”.
Stesso cammino che attualmente sta percorrendo il figlio Nicolas, la nuova generazione che si interessa e partecipa alle attività accompagnando la famiglia. Trentatré anni, recentemente nominato consultore giovane presso la regione, Nicolas Nocito ha le idee chiare sull’esigenza di “coinvolgere i discendenti” per poter portare avanti questo legame indissolubile che lega i due paesi. “In questo posto mi sento a casa. Fin da bambino venivo qui insieme ai miei genitori poi crescendo l’ho un po’ trascurato. Tutto è cambiato nel 2013 grazie a un viaggio in Italia che mi ha fatto capire tante cose. Sono tornato innamorato del Bel Paese”.
Da allora il giovane italouruguaiano ha deciso di rimboccarsi le maniche e lavorare attivamente nella comunità. Recentemente è stato in Calabria come rappresentante giovane per l’Uruguay in un incontro della consulta insieme all’altra consultrice Maria Teresa Tortorella: “Da parte della Regione abbiamo trovato grande disponibilità nell’aiutare le comunità estere e favorire le esportazioni dei prodotti tipici nei nostri paesi. Le risorse finanziarie sono quelle che sono per questo penso ci debba essere un grande impegno anche da parte nostra”.
In base ai programmi approvati, a breve dovrebbe viaggiare dall’Uruguay un giovane per una borsa di studio all’interno di in un corso di lingua. “Si tratta di un bando mondiale e ovviamente paesi più grandi come Argentina e Brasile hanno più posti a disposizione. In ogni caso la Regione sa che anche qui c’è un piccolo pezzo di Calabria”.
Molteplici sono le attività che vengono organizzate all’interno della sede, un bel locale nel centro di Montevideo situato in via José Enrique Rodó 1969: corsi di lingua, teatro, tango e anche un coro. “Cerchiamo di dare vita a questo spazio con differenti proposte e la risposta del pubblico è molto positiva”. Tra i calabresi a tavola si è parlato anche di politica con l’esperienza negativa delle ultime elezioni.
Unanime è stata l’accusa sulla “scarsa informazione ricevuta” per un appuntamento così importante. Lo ha spiegato bene Eugenio Nocito sintetizzando le posizioni di molti: “È mancata una grande campagna di diffusione come avrebbe meritato un appuntamento elettorale. Non so se questo silenzio si stato dovuto ai pochi finanziamenti ma una cosa è certa: l’Ambasciata avrebbe dovuto fare qualcosa in più. Abbiamo perso una grande opportunità”.
Nocito ha poi aggiunto alla riflessione l’esperienza personale vissuta nelle settimane scorse: “La gente mi chiamava chiedendomi chi votare o perché non arrivavano le buste. Ho notato un grande interesse anche se mancavano le informazioni. Molti non avevano proprio il modo di informarsi e penso specialmente alle persone anziane. Purtroppo, come si intuiva, la partecipazione è crollata. Questo è il dato più preoccupante”. Dalle parole di Miriam Villella è emerso invece tanto ottimismo.
“Bisogna risaltare il fatto che Filomena Corrado è la prima donna presidente in cinquantacinque anni di storia della nostra associazione. Quella italiana è una società decisamente maschilista, anche qui ne vedevamo gli effetti in passato e alle donne venivano relegati sempre incarichi di secondo piano. Negli ultimi anni invece sono cambiate tante cose. Abbiamo raggiunto grandi risultati grazie al lavoro di squadra. Per crescere bisogna aprirsi e il discorso vale un po’ per tutti”.
(di Matteo Forciniti)