Comincia lanciando subito una stoccata all’Ambasciata d’Italia in Uruguay. “La mia famiglia ha preferito viaggiare con il passaporto uruguaiano perché credetemi, è veramente impossibile riuscire ad ottenere un passaporto italiano….”.
Si chiama Jorge Gandini, è il nuovo Presidente della Camera dei deputati uruguaiana. 60 anni, sposato, tre figli, ha iniziato la carriera politica giovanissimo nelle file del movimento “Por la Patria” assieme al grande Lider Wilson Ferreira Aldunate.
Presidente, ci spieghi meglio....
“La mia italianità è purtroppo lontana perché non conobbi mio nonno, ma è parte del mio DNA vincolato alla famiglia ed al lavoro - spiega - Non ho conosciuto mio nonno, ma la nonna e soprattutto mia zia, ha avuto la pazienza di andare in Italia, trovare il certificato di nascita del nonno per ricostruire la nostra cittadinanza. Purtroppo però non ho ancora il passaporto italiano, e con me neanche le mie figlie…. Volevano viaggiare con il loro passaporto italiano ma, troppe difficoltà e dovendo aspettare tanto tempo, alla fine hanno desistito, è stato impossibile. Anche il loro papà Jorge Gandini Deputato della Repubblica ha provato ad entrare nel web e telefonare all'Ambasciata....missione impossibile!".
Ma lei e la sua famiglia vi sentite comunque italiani, no?
"Certo, abbiamo radici italiane, anche se lontane. Al di là di quell’appartenenza culturale della famiglia ed il lavoro, caratteristiche degli italiani in tutte le epoche e quel poco di lingua italiana che ho imparato al Liceo quando l’Italia difendeva nel nostro paese la propria lingua, abbiamo la nostra cittadinanza ma, come ripeto, un po’ lontana. Siamo comunque molto italiani: gridiamo, ci piace la pasta, la pizza, le riunioni delle domeniche, papà faceva il vino di casa con mio zio che, anche se non era di alta qualità, tutti collaboravamo, anche noi ragazzi per farlo. L’origine geografica del nonno era Peñarol, Pinerolo, era del Partido Colorado anche se, molti anni dopo, riuscii a convincerli di votare il mio Partido Nacional”.
È stato fondatore della Segreteria degli affari sociali del Partito nazionale e membro del suo consiglio di amministrazione che rappresenta il settore studentesco tra il 1984-1988. Nelle elezioni del 1984 fu eletto deputato supplente a 26 anni. Fu anche Segretario della Gioventù del Partito Nazionale (1985-1987) e Segretario generale della Gioventù di Por la Patria (1985-1988).
Durante il governo di Luis Alberto Lacalle, nel 1991, è stato il primo direttore dell'Istituto nazionale della gioventù (INJU) a dirigere fino al 1995, e da quella posizione ha promosso il programma "Tarjeta Joven ", un meccanismo di sconti per studenti che tuttora esiste. È stato Direttore delle Poste nel 1992 e nelle elezioni del 1994, è entrato a far parte del gruppo Proposta nazionale, un settore che sosteneva la candidatura presidenziale di Alberto Volonté; in quell'occasione Gandini fu nuovamente eletto deputato, ma quando il suddetto Álvaro Ramos fu nominato Ministro, Gandini aderì al Senato nel 1995.
Dal 2004 aderisce al settore Alianza Nacional del leader Larrañaga con la sua lista 205. Il nonno paterno Pietro Gandini, scomparso molto giovane, ebbe molti figli, nati in Uruguay e in Italia, originale del piccolo paese Predosa in provincia di Alessandria. Il nonno di Jorge aveva un officina meccanica, proprio, vicino al Palacio Legislativo, la sua casa da tanti anni. I genitori anche lavoravano vicino al Parlamento nella Casa Soler.
Lei si sente un politico nato o lo è diventato nel tempo?
“Per me la politica è nata come una passione, la mia vocazione, la forma che ho per portare avanti i miei ideali. Al principio, giovanissimo cominciai con l’attività sociale, volontariato, ma scoprii ben presto che la mia passione era servire la società per poter cambiarla. Sono orgogliosamente politico, orgogliosamente “blanco”. Ci sono, come in tutte le attività umane, persone che non fanno onore alla politica, ma credo che molti si. In questa attività uno non diventa ricco se lo fa onestamente, sono poche le soddisfazioni, ma io ho sempre fatto questa attività con passione, con la massima responsabilità. Sono entrato in politica per cambiare le cose, non è per nulla facile cambiare la realtà, ma ci sono cose che possono cambiare. La realtà è il principale nemico dei politici, ma molte volte possiamo battere questo nemico”.
In un paese dove quasi la metà della popolazione è di origine italiana, avere un cittadino italiano come Presidente della Camera, non è cosa da niente. Inoltre Jorge Gandini ha sempre fatto parte della Delegazione di parlamentari di origine italiana che, in alcune occasioni, all’epoca del Ministro degli Italiani all’Estero Mirko Tremaglia, si è riunita con delegazioni identiche di tutto il mondo assieme ai nostri parlamentari.
Fa anche parte dell’Associazione Amici d’Italia, formata da personaggi di spicco della società uruguaiana, come Oscar Bottinelli o Sergio Puglia e ama profondamente il nostro paese. Ho avuto occasione, nel 2015, di viaggiare a Roma assieme a lui ed una delegazione di membri di un’organizzazione internazionale. Abbiamo passeggiato assieme per le meravigliose strade della Città Eterna, siamo andati a cena alla Parolaccia a Trastevere e Gandini ha avuto l’onore che Papa Francesco benedicesse le fedi di matrimonio di una delle sue 3 figlie.
Jorge Gandini, credetemi, è un uomo semplice che ha più il profilo di statista che di politico. Prima dell’assunzione come Presidente della Camera, il 1° marzo scorso, ogni Deputato ha motivato con entusiasmo il voto per lui e lui ha risposto con un discorso breve, preciso, dove è venuta fuori la vena di politico, ma anche di statista. Ha difeso il corpo legislativo, non si è mai riferito al proprio partito ed ha voluto stimolare ogni suo compagno di seggio a lavorare per l’unità del paese, rispettando le idee e ideologie diverse ma trovando accordi (questo è lo spirito di un Parlamento) per l’obiettivo comune, il benessere della società. Sicuramente, possiamo sentirci orgogliosi delle nostre origini con personaggi come lui al potere.
(di Stefano Casini)