Nel 1909, la prima maglia del Bologna era a quarti rosso e blu, riprendeva la divisa di un collegio svizzero, lo Schönberg di Rossbach. Il motivo abbastanza semplice: Arrigo Gradi, che poi fu anche il primo capitano, quella fascia la ebbe in virtù dell'esperienza che si era fatto in Svizzera proprio con lo Scönberg e visto che a Bologna qualche divisa se l'era riportata indietro, ecco fatto.
Erano nati i 'rossoblu'. Colori che poi hanno anche scritto pagine gloriose della storia del calcio italiano. Colori che ancora oggi rappresentano la fede, calcistica, della città emiliana. Ma se è noto, in tutto il mondo, che la gastronomia sotto le Due Torri è capace di superare abbondantemente anche la passione per il pallone, ecco che rossoblu e cucina sì certo, a Bologna, sono diventati anche un ristorante, ma rimanendo sempre a livello locale, anche come popolarità.
La curiosità poi è che a Bologna il Ristorante Pizzeria Rosso Blu, che si trova in via Bondi, appunto tiene le due parole divise, quando ormai, da sempre, almeno per il tifosi del Bologna FC, sono una cosa sola. Allora per trovare la parola unica bisogna a andare a Los Angeles.
Al 1124 di San Julian St troviamo 'Rossoblu', il ristorante di proprietà dello chef Steve Samson che si ispira alla cucina bolognese. E per identificarla a migliaia di chilometri di distanza, ha scelto i colori della gloriosa squadra di calcio.
'Eater Los Angeles' magazine della gastronomia angelina, nel 2017 aveva scelto Rossoblu per il riconoscimento di 'Most Gorgeous Restaurant of the Year', il più spettacolare dell'anno. Anche perché prima di entrare da Rossoblu, quello che fa impressione è la location, all'interno di uno spazio industriale che si trova in Downtown LA.
Poi una volta all'interno ecco che ancora una volta si rimane totalmente colpiti dall'arredamento, dalle pareti. Perché Rossoblu, che porta con sé l'amore e la passione di chef Samson per Bologna, è un locale dove l'arte si accompagna alla buona cucina. Così chi si è occupato dell'aspetto artistico, Masa Studio di Marwan Al Sayed, Mies Al Sayed e Howard Chu con il tocco del creative director J.P. Guiseppi, per creare un ambiente unico si è sempre ispirato all'Italia, ma a un movimento artistico particolare, Arte Povera, che il suo massimo fulgore l'ha trovato tra gli anni Sessanta e Settanta.
Un movimento che si basava, in aperta polemica con quella che era definita arte tradizionale, appunto su materiali poveri come terra, legno, stracci, plastica e anche scarti industriali. E l'evidenza di questo legame, trasparente, ma molto forte, si può rilevare subito nei murales che avvolgono il locale, opera di uno studio, Cyrcle.
Un'opera che si ispira anche alle caratteristiche strade del centro di Bologna in una simbiosi, che potrebbe anche apparire improbabile, con l'arte che si sprigiona dal distretto industriale di Los Angeles. Ma anche i dettagli più piccoli mostrano una metodologia che si rifà all'arte povera che per primi alcuni artisti torinesi portarono alla ribalta ormai oltre cinquant'anni fa.
Per creare anche solo i pavimenti del ristorante, è stato riusato ad esempio il cemento delle costruzioni industriali che, dopo anni e anni, invecchiando, sviluppano una apparenza simile a quella del classico antico pavimento italiano. Una tecnica che ha portato Rossoblu a essere un ristorante unico a LA. tanti particolari che si rifanno all'Italia e si uniscono al nome che rappresenta ormai un punto di riferimento per la gastronomia della metropoli californiana. E se poi anche altre parti del ristorante si ispirano alla città emiliana, come gli ampi spazi che vogliono evocare le piazze e i portici di Bologna, il meglio, e non poteva essere altrimenti, arriva dalla cucina.
Perché Rossoblu e Bologna? La risposta arriva da chef Samson immediata: la mamma bolognese, tanti estati passate all'ombra delle Due Torri, ma soprattutto una lunga serie di piatti, già autenticamente bolognesi, che ha imparato a cucinare sotto la guida proprio della madre.
"Il primo che ricordo di aver cucinato con mia madre e che poi mi ha ispirato a diventare chef - racconta Samson - sono stati i tortellini. Non posso dimenticarlo: seduto a un tavolo a farli aiutando mia madre. Un piatto che a Bologna è una icona e lì mia mamma è nata e cresciuta. E non c'è dubbio che siano state tutte le estati, ero un bambino, passate con la famiglia a Bologna, cucinando e mangiando, che poi mi hanno portato a prendere questa strada, a diventare uno chef. E ancora adesso tutti i bambini della nostra famiglia aiutano la nonna a fare i tortellini".
E cosa vuol dire Rossoblu per chef Samson?
"È un omaggio alla città di Bologna e alla regione dell'Emilia Romagna, dove sono nati mia madre, i suoi genitori e innumerevoli generazioni prima. Un ristorante contemporaneo che vuole collegare Bologna con Los Angeles. In pratica il culmine della mia carriera".