"Crimine e legalizzazione della marijuana per uso ricreativa" è uno studio che porta la firma di quattro docenti della Facoltà di Economia della Università degli Studi di Bologna: Davide Dragone, Giovanni Prarolo, Paolo Vanin e Giulio Zanella che recentemente è stato pubblicato sul Journal of Economic Behavior and Organization. Si tratta di una ricerca la cui conclusione è che i timori di un aumento ingiustificato della criminalità in seguito alla liberalizzazione della cannabis devono ritenersi ingiustificati. Anzi, secondo la ricerca bolognese, si è assistito, negli stati dove si è avuta questa liberalizzazione, a una possibile diminuzione. Il riferimento è a quegli stati degli USA che in tempi recenti hanno liberalizzato l'uso per fini ricreativi della marijuana: e si tratta di Oregon, Washington State.
"Un chiaro beneficio della legalizzazione - ha sottolineato Marc Ross, avvocato al Sichenzia Ross Ference Kesner di New York che insegna anche business e legge della marijuana alla Hofstra University School of Law - e che ne ostacola il mercato nero dal momento che può essere acquistata legalmente. E dal momento che l'influenza delle gang e dei cartelli diminuisce nella società, di conseguenza ci si aspetta che diminuisca anche la quantità dei crimini gravi".
I ricercatori bolognesi hanno preso come riferimento per il proprio studio proprio quello che è stato definito un "quasi esperimento" che si sta svolgendo da qualche anno nell'Oregon (dal 2014) e Washington State (dal 2012) al fine di studiare gli effetti della legalizzazione sul crimine. In seguito alla ricerca è stato riscontrato che per quello che riguarda Washington State si è assistito a un calo tra il 15 e il 30% per gli stupri, mentre i crimini contro la proprietà sono diminuiti tra il 10 e il 20% con infine i furti che hanno registrato un'altra diminuzione tra il 13 e il 22%.