Non avevano mai accettato che la loro giovane figlia, tre anni fa, avesse sposato un uomo di 27 anni più "vecchio" di lei. Troppo grande, per loro, la differenza. Con il passare del tempo i rapporti tra la nuova coppia e i genitori della giovane diventano complicati tanto da sfociare prima in minacce e danneggiamenti dell'auto e infine in due attentati messi in atto, per il momento da ignoti, con l'acido muriatico. Suocera e suocero, quest'ultimo con importanti precedenti penali dove è stato condannato per omicidio, sono stati arrestati dai carabinieri di Siena che hanno accertato, come sottolineato questa mattina in una conferenza stampa, le loro responsabilità. La donna, 45 anni si trova ora al carcere fiorentino di Sollicciano, l'uomo 54 anni, a Torino e devono rispondere di lesioni aggravate, con deturpazione permanente del volto e stalking. I due si erano separati da tempo ma, come hanno spiegato i carabinieri, evidentemente si erano "riuniti" per mettere a segno il loro piano diabolico. Titolare dell'inchiesta è ora la magistratura del capoluogo piemontese.

IL PRIMO ATTACCO A SAN GIMIGNANO, IL SECONDO A TORINO
Secondo quanto appurato nel corso delle indagini, il primo attentato è avvenuto lo scorso 23 febbraio a San Gimignano con il lancio all'interno dell'auto del genero di acido che lo ha colpito per fortuna di striscio. Il secondo, il 19 aprile a Torino dove la coppia si era nel frattempo trasferita. Questa volta l'uomo è stato colpito al volto dall'acido riportando danni gravi e permanenti, che avrebbero potuto essere ancora più invasivi se la prontezza dell'uomo non lo avesse portato a sciacquarsi immediatamente il viso in una vicina fontana. Attualmente la coppia vittima di aggressioni abita precauzionalmente in una residenza protetta. Secondo quanto spiegato dai carabinieri, già in occasione del primo attentato il genero si era rivolto ai militari di Poggibonsi che avevano iniziato le indagini, appuntando le loro attenzioni proprio sui suoceri. Il secondo episodio e le intercettazioni telefoniche attivate nel frattempo hanno dato impulso alle indagini. Risulta, infatti, che nel corso di una telefonata il padre avrebbe 'consigliato' alla figlia: "prepara il vestito nero".