La notizia è nell'aria da diversi giorni anche se manca ancora l'ufficialità: la festa della Repubblica organizzata dall'Ambasciata si svolgerà alla Scuola Italiana di Montevideo. Si tratta dunque del terzo anno consecutivo in cui la celebrazione nazionale viene organizzata in una sede diversa rispetto a quella dell'Ambasciata, luogo tradizionale per il ricevimento. Nel 2016 il posto scelto fu il Palacio Legislativo, lo scorso anno il Club Uruguay.
Nel primo caso combaciava con l'omaggio della Camera dei deputati all'Italia in occasione del settantesimo anniversario della Repubblica. Nel secondo caso non c'erano particolari motivazioni così come questa volta.
Riassumendo, l'ambasciatore Gianni Piccato alla sua terza celebrazione sorprende ancora una volta: da quando è arrivato a Montevideo tutte le feste del 2 giugno sono state fatte all'infuori della sede di proprietà dello Stato italiano in Uruguay. Al ricevimento ufficiale partecipano in genere i diplomatici presenti in Uruguay, i rappresentanti della collettività, i presidenti delle associazioni, politici e altre personalità italouruguaiane.
L'evento aperto al pubblico, alla cittadinanza, invece, è quello che organizza da sempre il Comites alla Casa degli Italiani.
A poco più di venti giorni dalla ricorrenza a Montevideo si susseguono voci insistenti che tirano in ballo la Scuola Italiana.
E molto probabilmente la data scelta è la sera del primo giugno.
Contattato da Gente d’Italia, il preside della scuola Emiliano Burrini conferma, ma "bisogna aspettare l’ufficialità" per poterne parlare anche se poi ammette che si è "sulla buona strada dopo i recenti incontri con l'ambasciatore...".
"Per il momento - dice - non posso aggiungere altro. Abbiamo avuto dei contatti su iniziativa dell'ambasciatore. In ogni caso, personalmente credo che aprire la festa della Repubblica ad altri luoghi fuori l'Ambasciata sia una cosa positiva. Se poi questo luogo è italiano ancora meglio".
La notizia della festa della Repubblica alla Scuola Italiana però sta suscitando clamore e perplessità.
Il presidente e i rappresentanti del Comites sono subito intervenuti sulla vicenda.
Nonostante tutti dicano che "bisogna aspettare la comunicazione ufficiale" c'è già qualcuno che inizia a parlarne e i commenti sono prevalentemente negativi.
"Non mi preoccupa che l'evento sia fuori dall'Ambasciata. Ciò che mi preoccupa sono i luoghi scelti che rappresentano solo delle élite e non certo la collettività".
Il giudizio più duro raccolto è quello del consigliere e membro dell'esecutivo Rolando Rossi che non usa mezzi termini e va subito dritto al punto: "Sarà una festa solo per alcune persone di Carrasco (la zona più esclusiva della città dove ha sede la scuola). Sarà un atto inutile con la solita sfilata. Lì non c'è un'alta percentuale di italiani che giustifichi questa scelta e men che meno si può dire che questa sia una scuola italiana dato che è molto costosa e possono accedervi solo le persone ricche".
Per il consigliere Rossi questo 2 giugno sarà "estremamente significativo" e "spiegherà molte cose" sull'operato di questa Ambasciata guidata da Gianni Piccato: "La realtà è che queste ultime autorità diplomatiche non conoscono affatto le problematiche degli italiani dell'Uruguay. Non ne hanno idea perché non li hanno mai frequentati. A questo ambasciatore preoccupano solo i settori alti, le visite a Punta del Este e poco altro. Non il popolo. Non gli italiani. La collettività non ha alcuna tutela da parte dei rappresentanti istituzionali".
Un altro aspetto che Rossi segnala è la questione economicae in modo particolare il possibile affitto che potrebbe ricevere la Scuola Italiana.
"Il 2 giugno sarà come un qualsiasi altro ricevimento privato? Io non credo che l’Ambasciata possa pagare per un’iniziativa del genere ma nel caso fosse così credo che sarebbe una situazione direi molto strana. Questa scuola - che è privata e rappresenta un grande affare per i titolari - ha già ricevuto troppi soldi dal Governo italiano".
Alla luce di tutte queste ragioni Rossi ha giurato che non parteciperà alla festa in segno di protesta. "È un fatto strano. L'ambasciatore può fare ciò che vuole ma personalmente non condivido questa decisione".
Il presidente del Comites Alessandro Maggi qualifica "atipica" la prossima festa nazionale considerando "inadeguata" la sede scelta: "Per quanto sia italiana si tratta sempre di un'istituzione privata. Non è il luogo adeguato per la celebrazione dato che c'è già una sede naturale che peraltro è anche parte del territorio italiano. Una bellissima residenza... Non so se l’Ambasciata pagherà un affitto per l'occasione ma non è questo il problema. È una scelta sbagliata". Ai fattori negativi il presidente Maggi aggiunge anche l'ubicazione, "un posto lontano per la maggior parte delle persone".
La segretaria del Comites Roma Musetti si dice "totalmente sorpresa" per la notizia appresa. Anche secondo lei un fattore negativo è rappresentato dalla "distanza" del nuovo luogo scelto: "Non so perché l'ambasciatore abbia preso questa scelta. Probabilmente, secondo lui, c'è bisogno di più spazio. Io credo che sia più logico usare la sede dell'Ambasciata ma questa è una scelta personale. Credo però che si debbano fornire spiegazioni al riguardo".
"Una situazione abbastanza insolita" commenta Filomena Narducci che comunque precisa di voler aspettare le comunicazioni ufficiali prima di esprimersi. "Dato che la sede dell’Ambasciata è un bene demaniale che appartiene allo Stato italiano, mi chiedo come mai ancora una volta si debba andare in un altro posto. Per la terza volta consecutiva mi pare abbastanza strano. Dal mio punto di vista sarebbe più logico fare la festa lì così come si è sempre fatto in passato".
Per Renato Palermo che è anche il rappresentante uruguaiano nel Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero): "Non so se sia giusto o sbagliato. Evidentemente questo nostro ambasciatore ha una forma molto particolare nell'organizzare queste celebrazioni con tanti invitati e la necessità di ricorrere a spazi più grandi rispetto all'Ambasciata. L'unica cosa certa è che ha cambiato una tradizione ma non entro nel merito sulla questione. Ci sono cose più importanti sulle quali possiamo polemizzare. Noi come Comites organizzeremo la nostra festa ed è questo che conta".