Dopo la riabilitazione del Tribunale di sorveglianza di Milano Silvio Berlusconi vede più vicino il suo 'ritorno in Aula'. Cancellati di fatto, in un sol colpo, tutti gli effetti della condanna subita nell'agosto del 2013 per frode fiscale nell'ambito dell'inchiesta Mediaset, compresa l'esclusione dalla vita pubblica per sei anni, ora il Cav è di nuovo candidabile alle prossime politiche. In mancanza di voto anticipato, l'ex premier potrà tentare di entrare subito in Parlamento grazie alle elezioni suppletive, previste dal Rosatellum, ovvero quelle che si tengono ogni qualvolta un parlamentare si dimette in un collegio uninominale.
Basterebbe, insomma, un 'prestanome' e il gioco è fatto. La prima 'finestra' utile, come proposto da Michaela Biancofiore, sarebbe quella delle regionali in Trentino Alto Adige, che dovrebbero tenersi il 21 o il 28 ottobre prossimi, dove ci sarebbero alcuni uninominali disponibili (alla Camera e al Senato) e i probabili candidati alla presidenza sono tutti
parlamentari in carica, in quota Fi e Lega. Il primo collegio 'libero', sarebbe quello maggioritario camerale di Pergine-Valsugana per il quale dovrebbe correre l'attuale deputato leghista Maurizio Fugatti, che potrebbe cedere il posto al Cav.
In ballo, ma a palazzo Madama, anche i seggi delle senatrici in carica, Elena Testor (procuradora dei ladini eletta sempre a Pergine Valsugana) e Donatella Conzatti (eletta nel collegio Rovereto Valle Garina). Al momento, raccontano, Berlusconi ancora non avrebbe deciso sul da farsi, anche se il pressing azzurro per candidarsi subito si fa sempre più forte. ''Sarà il presidente, a questo punto, a valutare e decidere qual è la soluzione migliore", spiega Giorgio Mulè, portavoce unico dei gruppi forzisti, che aggiunge: "Penso che molto dipenderà dall'evoluzione della crisi successiva al voto del 4 marzo''.
Anche un altro fedelissimo della prima ora come Adriano Galliani invita a non tirare per la giacca l'ex premier: ''Ricandidarsi con le suppletive? Questo lo vedrà lui, la decisione spetta solo a lui e deciderà secondo giustizia,come sempre''. In queste ore il forcing di Fi sul Cav è quasi asfissiante. In tanti, infatti, gli chiedono di tornare al Senato e far sentire il suo peso politico. "Da quando stamattina all'alba i parlamentari hanno letto la notizia della riabilitazione -rivela Mulè- è un susseguirsi di offerte di dimissioni di chi è stato eletto negli uninominali per consentire l'ingresso immediato di Berlusconi in Parlamento. Questo a dimostrazione dell'attaccamento, della fiducia e della stima che ognuno di noi ripone nel presidente''.
"Sono certo che molti senatori di Fi eletti nei collegi uninominali sicuri saranno lieti di dimettersi per consentire la rielezione del presidente Berlusconi in Senato", assicura Massimo Elio Palmizio, coordinatore regionale di Fi in Emilia-Romagna, che aggiunge: ''E dal Senato Berlusconi guiderà l'opposizione di Fi con ancora più efficacia''. Biancofiore non ha dubbi, le regionali in Trentino offrirebbero l'occasione giusta per il ritorno del Cav: ''Nel mio Trentino Alto Adige è pronto un collegio per lui ad ottobre che gli permetterebbe, salvo elezioni politiche nazionali anticipate, di rientrare immediatamente in Parlamento. E in Trentino i probabili candidati alla presidenza sono tutti parlamentari in carica".
Tra i 'precedenti' il più eclatante è quello del 1997, quando Antonio Di Pietro diventò senatore grazie alle suppletive che si tennero nel Mugello, perché si dimise Pino Arlacchi, eletto con il Pds, che intanto aveva accettato un incarico all'Onu.