Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato l'incarico di formare il governo a Carlo Cottarelli, che ha accettato con riserva, garantendo però tempi "molto stretti". Il Capo dello Stato aveva convocato l'economista per le ore 11.30 di questa mattina, al Palazzo del Quirinale, dando così seguito alle sue parole di ieri sera quando, davanti allo stallo della crisi politica, aveva annunciato che avrebbe assunto "un'iniziativa".
TRAMONTA IL TENTATIVO DI CONTE
L'iniziativa, una volta tramontata, dopo appena 96 ore, l'ipotesi incarico a Giuseppe Conte per un governo M5S-Lega, si è dunque concretizzata nella mossa dell'inquilino del Quirinale di affidare a Cottarelli il compito di varare un nuovo governo. Ottantaquattro giorni dopo le elezioni di marzo si profila dunque una nuova mossa per uscire dall'impasse.
SALVINI "AVVISA" BERLUSCONI
Il no di Mattarella all'economista antieuro Paolo Savona al ministero dell'Economia, è stato lo scoglio sul quale è inciampato Conte e che ha dato vita a uno scontro istituzionale senza precedenti, con Lega e M5S che tuonano contro il Colle e i 5 Stelle pronti a chiedere l'impeachment per il capo dello Stato. Intanto il leader della Lega, Matteo Salvini, avverte l'alleato Silvio Berlusconi: se vota Cottarelli addio alleanza.
L'INCONTRO CON FICO E CASELLATI
Il presidente del Consiglio incaricato si è subito recato a colloquio dal presidente della Camera, Roberto Fico e, nel primo pomeriggio, ha incontrato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Prende sempre più corpo, a questo punto, l'idea di andare al voto dopo agosto, così come ipotizzato dallo stesso Cottarelli, con un governo "completamente neutrale" che accompagni il Paese alle urne senza che né il premier incaricato, né i ministri - la cui lista sarà presentata "molto presto" al Capo dello Stato - abbiano ambizioni politiche. Nessuno, insomma, si candiderà alle elezioni d'autunno.
NASCE IL GOVERNO NEUTRALE
Nasce così il governo neutrale dell'ex commissario alla spending review che è già consapevole che ottenere la fiducia alle Camere sarebbe quasi un mezzo miracolo. Certo, se il governo Cottarelli conquistasse una maggioranza a Camera e Senato potrebbe condurre in porto la legge di bilancio 2019 e solo poi, all'inizio del nuovo anno, portare il Paese al voto. Ma questo scenario è smentito dalla nettezza dei rapporti di forza dentro le due aule parlamentari dove a farla da padrone sono Movimento cinque stelle e Lega: senza l'appoggio di una di queste due forze non può avere la fiducia nessun esecutivo.
IL BALLETTO SUI NUMERI DELLA FIDUCIA
E, peraltro, anche Forza Italia ha già annunciato che "non voterà la fiducia" al governo guidato dall'economista del Fondo monetario internazionale mentre lo stesso Silvio Berlusconi rilancia sulle prossime elezioni: "Non immagino altra soluzione che quella di una coalizione di centrodestra unita con Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia". A Montecitorio dove la maggioranza richiesta è di 315 voti il primo partito è il Movimento cinque stelle con ben 222 seggi, seguito dalla Lega con 124 (che da soli basterebbero a non far ottenere la fiducia al neo governo, con 346 "no" annunciati), da Forza Italia con 104, dal Pd con 111, dal gruppo Misto (con dentro LeU) con 36 e da Fratelli d'Italia con 32. Situazione ancora più netta al Senato dove la maggioranza richiesta è di 161 voti: il Pd ne ha 52, il gruppo per le Autonomie 8, il Movimento cinque stelle 109, Forza Italia 61, la Lega 58, Fratelli d'Italia 18 e il gruppo Misto 12.