Antonio Pujia era nato a Polia, un piccolo comune calabrese in provincia di Vibo Valentia l'11 giugno 1929. Celebre scultore, è deceduto il 26 maggio scorso. E fu nel maggio del 1937 che con la madre e la sorella più grande emigrò in Argentina dove il padre Vittorio si era già trasferito quando Antonio aveva solo due anni. La scultura è stata la sua vita, fin da quando aveva 14 anni con gli studi svolti alla Escuela de Bellas Artes Prilidiano Pueyrredon. Tra il 1956 e il 1970 fu responsabile del laboratorio di scultura scenografica del celeberrimo Teatro Colon di Buenos Aires. Durante questo periodo, nel 1965, ebbe anche la prima esposizione nella galleria Witcomb, una delle prime della capitale argentina. Quella personale fu la partenza di un nuovo percorso perché da quel momento le sue opere furono esposte in diversi musei e gallerie del Paese, ma anche all'estero. Pujia durante la sua carriera ricevette diversi riconoscimento per il suo lavoro di artista tra i quali si possono ricordare il Primer Premio en el Salon Nacional de Artes Plasticas Manuel Belgrano e anche al Fondo Nacional de las Artes "Augusto Palanza" senza dimenticare nemmeno la Bienal Alberto Lagos. Diverse sono state le sue sculture diventate celebri, tra queste si deve ricordare innanzitutto "Pareja de bañistas" e la serie "Los niños de Biafra", risalenti al 1970 per la quale si ispirò nelle famose immagini di bambini denutriti della nazione africana, prendendo al tempo stesso una netta posizione sociale di fronte a quel dramma. Dello stesso periodo è anche "Martin Fierro", opera nella quale riflette la miseria portata dalla distruzione e la sua passione per l'Argentina. Attivo fino agli ultimi anni della sua vita, nel 2016 Pujia fu tra i promotori della iniziativa volta alla rifondazione della Escuela dela Carcova, icona dell'insegnamento dell'arte