Il governo del presidente Daniel Ortega ha ammesso che almeno 15 persone sono morte e decine di altre sono rimaste ferite in incidenti nel paese due giorni fa, ma ha attribuito questa "violenza delinquenziale" a "gruppi politici dell'opposizione, con agende politiche specifiche", che non ha identificato. In una nota pubblica diffusa a Managua, il governo del Nicaragua, accusato di essere il responsabile delle morti, ha dichiarato che "respinge totalmente tutte le accuse di questi gruppi che, in una provocazione demenziale e senza precedenti, si confabulano per denunciare 'attacchi' inesistenti e poi attaccano loro e producono vittime, per dare la colpa alle istituzioni".
LA DENUNCIA DELLA CHIESA
Il governo ha negato anche che gruppi armati sandinisti abbiano preso parte alla violenza - come denunciato dalla Chiesa, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (Cidh) ed Amnesty International - negando l'esistenza stessa di questi gruppi. "In Nicaragua non ci sono truppe d'assalto né gruppi paramilitari che simpatizzino con il governo, per cui non possiamo accettare che si pretenda accusarci di questi avvenimenti dolorosi e tragici", si legge nella dichiarazione.
LA CONDANNA DEL GOVERNO
Il governo di Ortega condanna "in modo enfatico" i "crimini" commessi dallo scorso 18 aprile, che hanno lasciato un bilancio di oltre 90 morti, ma "respinge qualsiasi responsabilità per questa violenza", cosi' come le "campagne diffamatorie e le calunnie" di cui si dice vittima da parte della "cospirazione delinquenziale che con l'intimidazione, la paura e la minaccia ha voluto consegnare il paese al crimine organizzato".