Disperato si, ma non nullatenente. Aveva deciso di fuggire dalla furia del Vesuvio, con la speranza di salvarsi, nonostante la gamba rotta e dolente, e con un sacchetto di monete ben stretto al petto, lo sfortunato fuggiasco di cui, due giorni fa, è stato trovato lo scheletro a Pompei. Venti denari d'argento e due assi di bronzo. A tanto ammontava il suo tesoretto, per un valore nominale, almeno in apparenza, di 80 sesterzi e mezzo. In pratica circa 500 euro di oggi. Una somma con la quale nell'antica Roma una famiglia media di tre persone poteva vivere più o meno due settimane.
LO SCHELETRO DEL FUGGIASCO
Si arricchisce, dunque, di un altro elemento la drammatica storia emersa dall'area archeologica mariana e precisamente dagli scavi in corso nel cantiere della Regio V. Qui, due giorni fa, è stato rinvenuto lo scheletro di un fuggiasco che era stato sbalzato all'indietro dal potente flusso piroclastico e colpito in pieno da un blocco di pietra che lo aveva schiacciato tranciandogli la parte alta del torace e la testa, il tutto all'altezza del primo piano di un edificio adiacente, ovvero al di sopra dello strato di lapilli formatosi nella prima parte dell'eruzione, indizio che il fuggiasco cercava la salvezza ben dopo l'inizio dei fenomeni eruttivi.
LA FUGA DISPERATA DELL'UOMO
L'uomo, secondo quanto accertato dagli archeologi, ha aspettato in casa fino all'ultimo. Chissà forse sperava che la terra avrebbe smesso di tremare e che quella pioggia di cenere e lapilli che ormai da diciotto lunghe ore cadeva da cielo in quell'agosto assurdo del 79 d.C., si sarebbe in qualche modo fermata. Purtroppo per lui non è andata così e il malcapitato deve averlo capito ben presto una volta resosi conto che la situazione si stava facendo davvero disperata. Per questo ha cercato il borsellino di cuoio, lo ha riempito con tutte le monete che è riuscito a prendere in casa ed è uscito trascinandosi la gamba rotta e dolente nel suo disperato tentativo di fuga da quell'inferno.
UCCISO DALLA NUBE PIROCLASTICA
E' probabile che il fuggiasco abbia scavalcato il balcone della sua casa, poi abbia corso, sia pure a fatica, per qualche metro sopra i cumuli di cenere e lapilli vomitati dal vulcano. Si è lasciato il Vesuvio alle spalle, ma all'incrocio di due strade è stato sopraffatto dal fragore improvviso dei flussi piroclastici. Si è girato in direzione del vulcano ed è rimasto travolto, schiantato a terra sulle spalle, ucciso per choc pirotermico dalla nube di fuoco e fango, Ma non solo: è probabile che il flusso abbia fatto crollare i primi piani delle case tutte attorno a lui e un grosso blocco di pietra, uno stipite di circa 300 chili, è collassato sulla parte alta del petto, decapitandolo. Una fuga, dunque, conclusasi nel peggiore dei modi.
NEL TESORETTO ANCHE UNA CHIAVE
Ora da quello scavo sono emerse le monete che erano contenute in una piccola borsetta che l'individuo stringeva al petto. Con le monete anche le tracce di quella che potrebbe essere stata una chiave, forse proprio quella di casa, da tenere al sicuro insieme al denaro. Tra le costole del torace sono dapprima emerse 3 monete poi, via via, rimuovendo i resti della vittima, che saranno portati al Laboratorio di ricerche applicate del Parco archeologico di Pompei per il prosieguo delle indagini, è venuto fuori il prezioso bottino. Le monete sono allo studio dei numismatici che ne stanno definendo il taglio e il valore, mentre i resti decomposti della piccola borsa contenitore, saranno analizzati in laboratorio per definire il materiale.
IL PRIMO ESAME DELLE MONETE
Ad un primo esame sembrerebbe trattarsi di 20 denari d'argento e due assi in bronzo per un valore nominale di ottanta sesterzi e mezzo. Una tale quantità di monete poteva all'epoca garantire il mantenimento di una famiglia di tre persone per 14, 16 giorni. Le monete hanno cronologia molto varia: è stato possibile esaminarne 15 monete, per la maggior parte repubblicane, a partire dalla metà del II secolo a.C. Una delle monete repubblicane più tarde è un denario legionario di Marco Antonio, comune a Pompei, con l'indicazione della XXI legio. Tra le poche monete imperiali individuate, un probabile denario di Ottaviano Augusto e due denari di Vespasiano.