“Mi sembra che ci sia un accordo sul fatto di far partire la Flat tax sui redditi di impresa a partire dall'anno prossimo. Il primo anno per le imprese e poi a partire dal secondo anno si prevede di applicarla alle famiglie” ha detto il senatore della Lega Alberto Bagnai, parlando dei tempi e modi di introduzione della flat tax. E' stata il cavallo di battaglia del centrodestra durante l'ultima campagna elettorale e ora, tra dubbi e polemiche sulla sua
copertura, la flat tax è stata inserita nel 'Contratto per il governo del cambiamento' siglato da M5S e Lega.
Ma cos'è e come funziona? Ideata per la prima volta nel 1956 dall'economista statunitense Milton Friedman, la flat tax è, letteralmente, una "tassa piatta", ovvero un sistema fiscale non progressivo, basato su un'unica aliquota fissa. L'asse giallo-verde, in particolare, ha proposto l'introduzione di due aliquote fisse con una deduzione per le famiglie di 3mila euro. Il programma giallo-verde prevede "due aliquote fisse al 15 e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie" che andrebbero a sostituire le cinque aliquote attuali, che vanno dal 23 al 43%.
La riforma fiscale sarebbe inoltre caratterizzata da "un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell'imposta, in armonia con i principi costituzionali". Ciò si tradurrebbe,perle famiglie, in "una deduzione fissa di 3mila euro sulla base del reddito familiare". Il nuovo regime fiscale, secondo i suoi sostenitori, garantirebbe "una maggiore equità fiscale a favore di tutti i contribuenti: famiglie e imprese".
"La finalità - si legge nel contratto di governo - è quella di non arrecare alcun svantaggio alle classi a basso reddito, per le quali resta confermato il principio della 'no tax area', nonché in generale di non arrecare alcun trattamento fiscale penalizzante rispetto all'attuale regime fiscale".