Due giorni di "riflessione", ma anche nuovi attacchi ai manifestanti da parte delle forze governative. Questo il bilancio della giornata in Nicaragua, dove ieri pomeriggio (ora locale, nella notte in Italia) si è tenuto l'atteso incontro tra i vescovi e il presidente Daniel Ortega, in vista di un'auspicata ripresa del Dialogo nazionale, dentro però ad alcune condizioni, che del resto la Conferenza episcopale aveva già posto qualche settimana fa, prima che il tavolo venisse sospeso.
LA CONFERENZA STAMPA DEI VESCOVI
Al termine del colloquio i vescovi hanno tenuto una conferenza stampa durante la quale hanno dato lettura di un breve comunicato, nel quale precisano di aver parlato con il presidente "come pastori del popolo di Dio e sostenuti dalla sua fiducia e cercando nuove prospettive per la nostra patria". Il dialogo con il presidente, si legge nel comunicato, si è svolto "in un clima di serenità, franchezza e sincerità".
IL DOLORE DEL POPOLO
A Ortega è stato fatto presente "il dolore del popolo di fronte alla violenza patita nelle ultime settimane" e sono stati ricordati i punti dell'agenda "concordata al tavolo del Dialogo nazionale sulla democratizzazione del Paese". Proseguono i vescovi: "Gli abbiamo consegnato la proposta che raccoglie i sentimenti di molti settori della società nicaraguense ed esprime il desiderio dell'immensa maggioranza della popolazione. Confidiamo nella sua risposta il più presto possibile. Una volta che il presidente della Repubblica ci avrà risposto formalmente, convocheremo il tavolo plenario del Dialogo nazionale". Sempre nella giornata di ieri, però le forze speciali hanno attaccato gli studenti dell'università Unan a Managua, provocando una vittima e due feriti".