Conosce molto bene il labirinto degli Studi Rai di Saxa Rubra, Alessio Aversa, visto che il primo stage è datato 2006, mentre nel 2008 fa la sua prima esperienza all’estero con Rai International, poi una lunga serie di programmi in varie emittenti nazionali, per tornare alla Rai con programmi “storici”, come Mi manda Rai Tre e Uno Mattina. Nel 2015, l’arrivo, o il ritorno, a Rai Italia. Oggi è il conduttore di “Community”, il programma quotidiano prodotto da Rai Italia e dedicato alle collettività italiane nel mondo.
La sua esperienza a New York, con Rai International, è stato il primo approccio con l’Altra Italia: oggi, dopo quattro anni alla conduzione del programma dedicato ai connazionali all’estero, come è cambiata la sua percezione di questa realtà?
"Non è cambiata, si è trasformata. A New York ho avuto l’occasione di conoscere la comunità italiana presente all’Istituto di cultura italiana o al Consolato, ma si trattava sempre di residenti in Italia che operavano a vario titolo negli Stati Uniti. Artisti, performer, chef, imprenditori, politici, corrispondenti. Con ‘Community’ sono riuscito ad entrare in profondità nelle problematiche reali dei nostri connazionali che vivono fuori dai confini. Insomma, il cerchio si è chiuso leggendo e conoscendo italiani che non riuscivano e non riescono tuttora, ad ottenere la giusta somma della pensione o di studenti alle prese con la ‘doppia burocrazia’, Paese natìo e Paese ospitante".
Quali sono le richieste ricorrenti che trattate a Community per rispondere alla richiesta di informazione dei nostri connazionali?
"Mi rendo conto, ogni giorno di più, che è ancora importante avere un punto di riferimento in Italia, e grazie alle email, alle lettere che riceviamo, possiamo capire quali sono le loro esigenze; molti scrivono semplicemente per segnalare le infinite storie di italiani che all’estero hanno raggiunto importanti traguardi, oppure per avere una risposta dai nostri esperti, in particolare su questioni previdenziali. Come anticipavo prima molte le richieste anche su temi fiscali, quelle legate alla cittadinanza, mentre sono in crescita le richieste di telespettatori che vogliono conoscere la storia del loro cognome per capire meglio le loro origini. E tanti scrivono semplicemente per ringraziarci di farli sentire vicino all’Italia, o per ribadire il loro orgoglio di essere italiani... altri scrivono semplicemente per salutarci e questo ci rende molto felici".
Per quanto riguarda invece gli altri argomenti, sempre di interesse di chi vive all’estero, quali vogliamo ricordare?
"Quest’anno abbiamo dedicato molto spazio alle modalità di voto per chi vive all’estero, grazie anche alla collaborazione con la Direzione Generale degli Italiani all’Estero e Politiche Migratorie della Farnesina, ed ora stiamo conoscendo gli eletti alla circoscrizione Estero. Non mancano anche spazi dedicati alle pubblicazioni in cui protagonista è la nostra emigrazione, così come alle varie storie che i nostri corrispondenti ci raccontano da ogni parte del mondo".
Ma Community è importante anche per far conoscere la nostra cultura..
"Infatti spesso, con i nostri ospiti, parliamo di cinema, letteratura, lingua italiana, facciamo il punto sulla nostra ricerca, per non dimenticare il nostro patrimonio rappresentato dall’arte, dal paesaggio e da tanti Borghi veri e propri gioielli sempre più apprezzati anche dai turisti stranieri".
Abbiamo parlato delle email e delle lettere che arrivano a Community... rappresentano in qualche modo un mezzo per capire quanti telespettatori seguono il vostro programma?
"Le email e le lettere sono numerose, ma stabilire con certezza quanti telespettatori ci seguono, credo sia complicato. Ma abbiamo la certezza che comunque ci seguono in tanti, quando i nostri ospiti più assidui vengono riconosciuti, non solo all’estero, ma anche in Italia... sappiamo che il Dottor Salvatore Ponticelli dell’INPS è molto noto, così come il Dottor Pier Felice degli Uberti, il nostro esperto in genealogia, riconosciuto alla Stazione Termini da una coppia di italiani di New York".
Sempre per conoscere meglio il rapporto, il legame tra Community ed i telespettatori... vi scrivono solo per farvi complimenti o chiedere consigli?
"No, ovviamente non possiamo piacere a tutti, per cui in tanti scrivono per fare osservazioni sul palinsesto, alcune critiche le condivido, altre almeno nell’esposizione dei fatti sembrano più sfoghi; molti lamentano la presenza di troppo sport, altri invece reclamano più spazio proprio per lo sport, stesso discorso per le fiction. E per quanto riguarda Community, le osservazioni non mancano, così come le proposte, ma in linea generale, almeno dalle email, sembra che riusciamo ad accontentare un po’ tutti. In ogni caso ogni segnalazione viene considerata e studiata per rendere giustizia, laddove si può".
Che tipo di commenti le fanno i telespettatori?
"Mi fa sorridere quello che mi ha scritto un signore lo scorso anno... ha detto che somiglio a Clark Kent. E un po’ ha ragione, ma solo dopo il passaggio al trucco e parrucco... sarebbero sorpresi di vedermi con i capelli arruffati. Il ricordo più bello che mi rimane delle tante testimonianze di affetto è quello di un giovane studente italoargentino che mi ha contattato nottetempo, a Roma era veramente tardi, per chiedermi di correggere una sua traduzione e degli esercizi per il test di ‘lingua italiana’ che avrebbe dovuto affrontare il giorno successivo. L’ho fatto con piacere e il giorno dopo in studio ero in apprensione per il risultato, come se fosse un mio caro amico. Mi ha contattato dopo 48 ore contentissimo per comunicarmi che aveva preso il massimo dei voti e che mi dedicava il passaggio alla classe successiva. E’ stato un grande onore poterlo aiutare e assistere. Ora ci sentiamo per messaggi e parliamo in italiano".
Oltre ad essere il “volto” di Community, lei è anche autore... quali sono i temi di cui le piace occuparsi? Ricordiamo che è anche giornalista...
"Sì, quest’anno, come nella scorsa edizione, ho proposto di invitare in studio quella parte di stampa che forse non ha eco fuori dai confini nazionali, mi riferisco ai tanti colleghi che vivono sotto scorta per aver scritto articoli sul malaffare e sulla criminalità organizzata. Me ne occupo in prima persona ed è molto faticoso riuscire a portarli in studio, hanno tanti problemi, inutile ricordare che vivere sotto scorta è già un grande limite nei movimenti, poi possono stare in studio o nei corridoi poco tempo, allora dobbiamo sbrigarci. Quello che ci regalano però è un’esperienza di grande impatto, che spero arrivi in tutta la sua potenza anche fuori. La mia convinzione è che l’impegno di questi giornalisti serva anche ad accendere la luce sui rapporti con le mafie oltreoceano, in questo modo, cerchiamo di fare la nostra parte",
Fino a quando andranno in onda le puntate di Community?
"Andremo in onda fino al 6 luglio".
(di Gianluca Pugliese)