Arrivano anche in Italia i prodotti ottenuti dai 108 milioni di bambini sfruttati nelle campagne, dal riso basmati del Vietnam all’aglio argentino fino alle rose africane. E’ quanto denuncia la Coldiretti in occasione della giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
Secondo la Fao quasi la metà di tutto il lavoro minorile del mondo avviene in Africa con 72 milioni seguita dall'Asia con 62 milioni ma rilevante è la diffusione anche in Sudamerica, aree dalle quali - sottolinea la Coldiretti - l’Italia importa ingenti quantità di prodotti agricoli ed alimentari che arrivano sulle nostre tavole.
Dal riso asiatico alle conserve di pomodoro cinesi, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana in vendita nei supermercati italiani, quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia da Paesi extracomunitari non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori – a partire da quella sul caporalato – vigenti nel nostro Paese, secondo una analisi della Coldiretti. Si tratta del frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani. E tutto questo accade nell’indifferenza delle Istituzioni nazionali ed europee che anzi spesso – denuncia la Coldiretti – alimentano di fatto questo commercio con agevolazioni o accordi privilegiati per gli scambi che avvantaggiano solo le multinazionali.
“Non è accettabile che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia dalla legge nazionale sul caporalato ed è necessario, invece, che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
L’ultimo drammatico caso è quello delle agevolazioni concesse alla Birmania sulle esportazioni in Europa di riso dopo la campagna brutale di pulizia etnica contro la minoranza dei Rohingya denunciata dalle Nazioni Unite che parla di oltre 700mila rifugiati. Nonostante questo – denuncia la Coldiretti – la Birmania gode dal giugno 2013 dell’introduzione da parte dell’Ue del sistema tariffario agevolato a dazio zero. Un altro esempio è rappresentato dalle importazioni di conserve di pomodoro dalla Cina al centro delle critiche internazionali per il fenomeno dei laogai, i campi agricoli lager che secondo alcuni sarebbero ancora attivi, nonostante l’annuncio della loro chiusura.
Rilevanti sono anche le importazioni di nocciole dalla Turchia sulla quale pende l’accusa per lo sfruttamento del lavoro delle minoranze curde, ma il problema dello sfruttamento riguarda anche le rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove è stato denunciato lo sfruttamento del lavoro femminile. Ma – conclude la Coldiretti - ci sono trattative in corso anche con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela di lavoro vigenti in Italia tanto che per la carne dal Brasile e per l’ortofrutta argentina sono stati denunciati casi di lavoro minorile.