(M.F.) Colpo di scena nella vicenda che riguarda Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta arrestato in Uruguay lo scorso settembre e attualmente recluso nel carcere Central di Montevideo. Sarebbe imminente la sua liberazione secondo quanto scritto ieri dal quotidiano El País.
Lo scorso 14 giugno l’avvocato di Morabito Gabriela Gómez, ha presentato una domanda per la richiesta di libertà del suo assistito motivandolo con il fatto che sono già trascorsi i 120 giorni di reclusione che una persona può subire in attesa dell’estradizione. Il termine dei 120 giorni è stabilito dal nuovo codice del processo penale recentemente approvato in Uruguay.
La richiesta dell’avvocato, secondo la ricostruzione del quotidiano, è stata accettata anche dalla parte accusante nel processo, il pubblico ministero Luis Pacheco, che ha però ribadito la necessità di diverse misure cautelari nel caso in cui ci sia la scarcerazione: divieto d’espatrio, ritiro del passaporto e braccialetto elettronico per un’ipotetica libertà vigilata. La decisione finale spetterà adesso al giudice specializzato in crimine organizzato, Dolores Sánchez, la cui sentenza arriverà entro il prossimo martedì.
La stessa Sánchez, lo scorso marzo, aveva autorizzato l’estradizione del boss calabrese considerato dalla Polizia italiana come uno dei cinque latitanti più pericolosi. Questo verdetto ribaltava la prima decisione della Procura uruguaiana che aveva rifiutato all’inizio l’estradizione poiché la giustizia uruguaiana non riconosce la validità dei processi in contumacia.
Ribattezzato il “re della cocaina di Milano, la fuga di Morabito è durata ben 23 anni dei quali 13 trascorsi in Uruguay, vivendo in una lussuosa villa a Punta del Este. Durante la sua latitanza, è stato condannato in contumacia dalla giustizia italiana a trent’anni per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di droga. L’operazione di Montevideo è stata possibile grazie a un’azione congiunta tra
le forze dell’ordine dei due paesi dopo mesi di intense attività.