L’accordo a Berlino tra la Cdu della cancelliera Angela Merkel e la Csu bavarese per un giro di vite sui migranti rischia di innescare un "effetto domino" fatto di frontiere chiuse che farebbe vacillare il sistema di Schengen e la stessa Ue. La prima reazione è arrivata dall'Austria, che si è detta pronta "a proteggere i propri confini meridionali" con Italia e Slovenia. I dettagli ancora non sono chiari ma si profila una stretta sui controlli al
Brennero. L'accordo tra i due partiti "fratelli" dei conservatori tedeschi prevede un nuovo regime alla frontiera con l'Austria, con la creazione di "centri di transito" dai quali sarà possibile rifiutare l'ingresso ai richiedenti asilo che sono stati già registrati in altri Paesi dell'Ue.
Prevedendo l'afflusso di migranti respinti dalla Germania, Vienna ha fatto sapere che adotterà "misure per evitare che siano danneggiati l'Austria e la sua gente". E, se l'Austria chiude i confini, l'Italia potrebbe vedersi costretta a fare altrettanto. "La nostra posizione sui movimenti primari e su quelli secondari non cambia, i movimenti secondari sono parte del problema ma non invertiamo l'ordine logico degli eventi e se qualcuno lo pensa sbaglia, è un atteggiamento che non porta da nessuna parte" ha detto il premier italiano Giuseppe Conte.
"Io sono per i confini aperti, nella legalità", ha subito osservato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "Se l'Austria vuole fare controlli, ha tutto il diritto di farlo. Noi faremo lo stesso e a guadagnarci saremo noi, perché sono più i migranti che tornano da noi che quelli che vanno da loro" ha aggiunto il leader della Lega e ministro dell'Interno rivelando che ben presto ascolterà il collega tedesco, il falco della Csu, Horst Seehofer, e poi sentirà anche quello austriaco. In effetto l'unico modo per uscirne appare un accordo a tre fra Italia, Austria e Germania.
A Strasburgo, in occasione del debutto del semestre di presidenza austriaco dell'Ue, i toni sono stati accesi. Kurz ha ribadito che Schengen si salva solo bloccando gli sbarchi: "Un'Europa senza confini interni funzionerà solo se saranno protetti i confini esterni". Il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, ha ricordato a Kurz la necessità di approvare la riforma di Dublino ("anche a maggioranza") per non scaricare tutto il peso dell'accoglienza sui Paesi di primo ingresso, e ha avvertito che "non è chiudendo le frontiere interne che si risolvono i problemi". Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, si è limitato a osservare che "a prima vista" l'accordo Cdu/Csu è "conforme al diritto comunitario".
Kurz si è augurato che Berlino chiarisca "rapidamente" la sua posizione (l'adozione del piano tedesco richiede ancora il "via libera" della Spd, che finora si è mostrata tutt'altro che favorevole). E ha comunque ribadito che la questione sottolinea come importante sia "la protezione comune delle frontiere esterne dell'Ue". "Il Consiglio europeo ha affermato che l'immigrazione è una questione europea e serve uno sforzo condiviso. Se questo è lo spirito, dovremmo entrare in una fase di cooperazione. Ma la decisione austriaca di chiudere il Brennero sarebbe contro questo spirito e allora chi la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere le responsabilità" ha concluso il ministro degli Esteri Enzo Moavero.