Un naso elettronico sarà in grado di riconoscere tumori semplicemente analizzando il respiro del paziente. Il brevetto è tutto made in Italy ed è dell’Università Campus Biomedico di Roma. Ora, negli Stati Uniti, verrà fatto un test che durerà circa un anno e che verrà svolto dal Memorial Sloan Kettering. Il naso elettronico è piccolo e maneggevole e contiene, al proprio interno, cristalli di quarzo che vibrano a contatto del respiro. L’apparecchio è in grado di disegnare un grafico elettronico che mostra quattro temperature diverse e dal quale si evince lo stato di salute del paziente.
Pierfilippo Crucitti, professore di Chirurgia toracica a capo del team di ricerca che ha progettato l’apparecchio, spiega che “i vantaggi di questa tecnologia sono molteplici”. “Si tratta di uno strumento di diagnosi in grado di effettuare analisi di precisione, non invasivo, a basso costo e utilizzabile su larga scala”. Crucitti spiega di aver cominciato la sperimentazione tre anni fa: “Avevo letto su una rivista scientifica di uno studio che dimostrava come alcuni cani fossero capaci di individuare la presenza di tumori nel corpo umano semplicemente odorando l’espirato delle persone”.
Da lì è arrivata l’idea di “riprodurre quest’abilità animale attraverso la tecnologia. E così, a partire dal 2015, comincia la collaborazione tra la Facoltà di Medicina e il Dipartimento d’ingegneria biomedica dell’università romana. Ad un certo punto arriva la progettazione del dispositivo, il brevetto che è stato svolto attraverso test svolti su 200 pazienti del Policlinico Campus Biomedico.
La percentuale di riuscita delle diagnosi effettuate dalla macchina è molto alta: 97%. la ricerca, in poco tempo, ha fatto il giro del mondo ed ha suscitato l’interesse del Memorial Sloan Kettering di New York. In futuro, l’apparecchio potrebbe essere utilizzato per riconoscere anche altri tipi di tumori. Al momento riconosce soltanto i tumori polmonari. Secondo Crucitti, “ci vorranno almeno altri due anni di sperimentazione prima che lo
strumento ottenga una validazione scientifica e possa essere impiegato su larga scala”.