Si è svolta domenica la grande festa di Aercu, l’associazione degli Emigrati della Regione Campania in Uruguay. Un pranzo speciale all’insegna del buon mangiare accompagnato da tanta musica e balli sotto la direzione del maestro Enrique Gómez e Gabriela Richieri. All’evento hanno partecipato oltre un centinaio di soci e amici venuti a festeggiare presso la sede di Aercu di 8 de octubre il trentaduesimo anniversario dell’associazione. Per la presidente Ana Santucci l’augurio di questo nuovo traguardo raggiunto è quello di “poter continuare sulla strada tracciata dai fondatori” nel difendere la “cultura italiana in Uruguay e lavorare insieme per una maggiore unità all’interno della collettività”.
“Vogliamo condividere le tradizioni italiane che abbiamo appreso nelle nostre famiglie” ha spiegato Ana insieme al padre Giuseppe, originario di Sassinori (Benevento), artefice della ricostruzione della sede negli anni scorsi dopo un periodo difficile. “Qui ognuno dà il suo contributo e porta qualcosa tanto nella cultura, come nella cucina, nella musica e nella danza. Vogliamo che le nuove generazioni continuino a seguire tutto questo, che si sentano protagoniste”.
Coincide sullo stesso punto anche il marito Eduardo Penna che accompagna sempre la presidente nella sfida di far crescere Aercu: “La collettività ha bisogno di nuovi slanci. Il periodo adesso è oggettivamente complicato ma dobbiamo fare qualcosa per attivarci. È difficile poter organizzare attività, convocare gente e raggiungere il pubblico più giovane. Questo, lo sappiamo, è un problema generale che oggi stanno vivendo tutte le associazioni italiane. Per questo motivo c’è bisogno di tanta creatività, di idee originali e di attività innovative. Dobbiamo pensare qualcosa di originale affinché i giovani vengano e continuino a ritornare in modo che possano sentirsi pienamente compromessi. Dobbiamo lavorare insieme per raggiungere grandi obiettivi”.
Il fiore all’occhiello di Aercu continua ad essere Stelle Campane, il gruppo di danza folcloristica che da oltre vent’anni diffonde ritmi e suoni della regione a partire dalla
tarantella. Il pranzo di domenica è stata anche l’occasione per presentare la nuova
docente, Paola Carazo che così ha spiegato a Gente d’Italia l’importanza di questo progetto: “Questo è un gruppo umano fantastico che si è costruito nel corso degli anni e che guarda sempre avanti. Oltre a diffondere le danze tradizionali, noi cerchiamo di educare le ragazze su determinati valori a partire dallo spirito di squadra, il rispetto, la puntualità e il sacrificio. In questi giorni si è parlato tanto della nazionale uruguaiana ai mondiali, per noi è la stessa cosa, il gruppo viene prima di tutto e questo fortunatamente le ragazze lo hanno capito”.
“Stelle Campane” - ha ribadito il direttore Andres Demirdjian - “continua ad essere un punto di riferimento per tutta l’italianità in Uruguay. Ne siamo orgogliosi. Da qui sono passati tanti ragazzi, quelli che ci sono da più tempo trasmettono questo senso di appartenenza ai nuovi arrivati. Oggigiorno è molto difficile avere giovani all’interno delle associazioni, questa è la realtà che vive la collettività italiana. Ecco, noi ci stiamo riuscendo attraverso la danza e per noi è un fatto molto importante”.
Tra un piatto e un altro e l’organizzazione della cucina, con Emilia Coscia si è parlato di storia, di origini e di identità: “Qui c’è un pezzo della nostra amata Italia che abbiamo sempre ne cuore. Io stessa sono venuta qui da bambina, più di sessant’anni fa ma
non dimentico mai le mie origini. Tutti noi veniamo qui ogni mese e ci sentiamo come in una famiglia. Costruire questa sede è stato un grande sacrificio ma cerchiamo di mantenerla con queste attività per coinvolgere tanta gente”.
Matteo Forciniti