È bastato un semplice video a far scattare la rabbia degli utenti su Facebook contro l’Ambasciata italiana in Uruguay. Un’indignazione che ha radici lontane e che riguarda sempre il solito problema dei servizi consolari in un territorio che conta all’incirca 120mila cittadini. Come denunciato in passato da Gente d’Italia, da tanto tempo ormai molte persone trovano sui social network l’unica valvola di sfogo per protestare contro una situazione che ritengono inadeguata nonostante le ultime promesse e i relativi miglioramenti. La pubblicazione che ha fatto riscaldare gli animi risale al 18 giugno, quasi un mese fa.
Un video di poco più di un minuto che mostra gli esterni della lussuosa residenza della diplomazia italiana, la casa Towers che - ricordiamolo - è stata chiusa in occasione
delle ultime ricorrenze della festa della Repubblica del 2 giugno dato che da quando si trova a Montevideo, l’ambasciatore Piccato ha scelto altri luoghi per la celebrazione della festa nazionale rompendo la tradizione. In una manciata di secondi il video mostra anche gli esterni della cancelleria consolare, l’ufficio che riceve il pubblico e verso il quale si riversa il maggior interesse da parte dei cittadini. Ovviamente la telecamera non entra dentro la sede e non riprende le scene quotidiane di attesa in uno spazio ristrettissimo o le lunghe code fuori in strada e relative proteste inascoltate dei poveri malcapitati. Tutto appare splendido, come è giusto che sia d’altronde sul canale ufficiale.
Eppure tra le oltre 9mila visualizzazioni del video ci sono decine di commenti di utenti indignati che raccontano una realtà ben diversa. È di Ana Maritato il messaggio che ha ricevuto più approvazioni: “La sede è molto bella però la pratica per rinnovare il passaporto dovrebbe essere più agile. Non si può aspettare un anno per trovare un numero”. Segue Carolina Valiante che usa parole molto più dure: “Il funzionamento è una vergogna, poi lasciano molto a desiderare i modi con cui ti trattano come se arrivassi in una zattera dall’Africa”. Al secondo posto tra i commenti più popolari c’è anche Teresa de Corral:
“Mi piacerebbe che lavoraste di più e che foste più gentili. Sono cittadini italiana”. Segue un piccolo insulto: “Están muy boludossss”.
Tra i messaggi più apprezzati c’è anche quello di Elizabeth De Cola Barberis: “Sarebbe meglio che si potesse fare il passaporto senza così tanto ritardo e senza cercare la data su internet”. Tanti altri ancora sono i commenti presenti. “Veramente un’opera d’arte la nostra Ambasciata.. molto bella..” dice Giuseppe Pizzorno. “Desidererei che il rapporto con gli Italiani ultra settantenni fosse meno virtuale.. Sarà possibile fare un’eccezione alla regola?”. Molto simili le parole di Graciela Ricci: “L’Ambasciata più bella per noi senza consolato né passaporto”.
Sono in tanti a raccontare le proprie disavventure personali come il caso di Pablo Rossi: “Io sono cittadino ma mi è impossibile trovare una data libera. Chiamo il cellulare e non risponde mai nessuno. Prima andavi in consolato, aspettavi il tuo turno e risolvevi, adesso con internet è molto difficile. Come posso trovare una risposta? Grazie”. Pierino Calandrello: “Da un anno vogliamo rinnovare i passaporti e non possiamo. Meno male che siamo cittadini italiani. Che vergogna”. C’è anche Silvana Masiero: “Da 8 mesi entro al sistema online per chiedere una data per rinnovare il passaporto ma non ci sono ancora riuscita. Ho dovuto farmi il passaporto uruguaiano per poter andare in Italia, non ci posso credere. Mi dispiace tanto perché amo tanto l’Italia e mi sento orgogliosa di essere cittadina. Questa situazione mi fa male”.
Usa invece toni molto più duri Pablo Gentile: “Agli inutili e maleducati che ricevono il pubblico bisognerebbe mandarli in Africa a marcire. Trattano le persone come spazzatura e con quello che guadagnano dovrebbero vergognarsi. Io vado a fare il passaporto a Buenos Aires. Inutili”. Ignacio Federico Diaz Duran affronta un tema specifico: “La sede è molto bella ma di poca utilità. Vogliamo il consolato da riaprire subito. 3500 discendenti di istriani, fiumani e dalmati senza poter realizzare le pratiche. La legge europea 59/65 indica che fino al terzo grado di discendenza da un esule si ha diritto alla cittadinanza permanente e senza il pagamento di alcuna tassa. Se la Farnesina detta legge qui il signor Piccato fa orecchie da mercante. Questa sede è di poca utilità per noi discendenti”.
Laura D’Alfonso racconta l’esperienza di suo marito che ha iniziato la pratica di cittadinanza come discendente e non per matrimonio: “Dieci anni fa presentammo tutto ciò che ci avevano richiesto al consolato. Ogni anno, di volta in volta, dicevano che tutto si sarebbe concluso il prossimo anno ma niente. Poi la situazione è peggiorata tra tagli alle risorse e la chiusura. Adesso ci hanno detto che non hanno niente e che dobbiamo ripresentare tutto. Dire che questo è una vergogna è molto poco”. “Voglio rinnovare il mio passaporto” scrive Solange Espina. “Su internet è una missione impossibile. Per favore migliorate i servizi consolari”. Silvana Charlone si ritrova con lo stesso problema: “Rinnovare il passaporto è tremendo. Io non sono riuscita a trovare una data libera su internet. Bisognerà andare in Spagna o in Italia per poter rinnovare? Noi cittadini italiani in Uruguay non siamo considerati”.
Tra gli ultimi messaggi c’è quello di Inés Del Carmen che fa una lunga riflessione storica: “Quando i nostri bisnonni arrivarono in queste terre vennero trattati come persone e si integrarono in una società che gli aprì le porte. Tutti potevano lavorare. Oggi l’Ambasciata/Consolato - dove lavorano persone di un alto livello di educazione e formazione diplomatica - hanno un sistema scoraggiante, una vera mancanza di rispetto verso i discendenti di quegli italiani. Il servizio per ottenere la cittadinanza dovrebbe essere aperto al pubblico nei giorni lavorativi in un orario di 4 ore. I funzionari hanno un comportamento distante per evitare che le persone richiedano un passaporto europeo. Ringrazio l’Uruguay che ha dato ospitalità e lavoro ai miei bisnonni che erano persone molto povere. L’Italia non dovrebbe dimenticarsi che le migrazioni sono di andata e ritorno”.
Su Facebook ogni tanto l’Ambasciata risponde e lo fa sempre con grande professionalità ricordando che “60 persone ogni giorno riescono a trovare un appuntamento all’ufficio passaporti”. Rassicurazioni che non placano gli animi bollenti e la pessima immagine di un paese per i suoi servizi consolari in Uruguay.
Matteo Forciniti