C'era una grave minaccia che pendeva sull'International Language Program (ILP) il programma attraverso il quale da mezzo secolo si insegnano nelle scuole canadesi dell'Ontario le lingue che appartengono alle comunità minoritarie. Infatti il Toronto Catholic District School Board aveva indetto una riunione al fine di stabilire se ILP doveva venire abolito. E a rischio c'era naturalmente anche la lingua italiana.
Fortunatamente la decisione dell'ente ha ascoltato le proteste della comunità decidendo di mantenere il programma anche per il futuro visto che rappresenta un prezioso insegnamento per tutta la popolazione studentesca. La decisione, dopo giorni di attesa e crescenti polemiche, è arrivata anche grazie alla mobilitazione di tutto l'Ontario e in
particolare della folta comunità italiana che si è unita e compatta ha espresso la propria opinione. Con questa decisione sono state così evitate le cancellazioni di un grande numero di corsi di italiano che vengono svolti nelle scuole dell'Ontario.
La minaccia di soppressione dei programmi linguistici aveva creato proteste da parte dei genitori degli studenti dell'Ontario, ma anche, se non soprattutto, da parte dei docenti che insegnano le lingue internazionali, preoccupati perché in questo modo avrebbero potuto perdere il proprio posto di lavoro. Infatti la proposta, assolutamente insensata, prevedeva che le lingue internazionali venissero insegnate solo al di fuori degli orari scolastici regolari, mentre ora, migliaia di studenti di 44 istituti elementari, usufruiscono di un corso di 30 minuti di una lingua internazionale, al di fuori dell'inglese e francese, attraverso il programma.
"Devastante - così tanti genitori avevano accolto la proposta fortunatamente non passata - mai ci saremmo aspettati qualcosa di simile". Infatti quei 30 minuti di programma, che ovviamente non è solo italiano, ma comprende anche la lingua portoghese, spagnola, filippina, ucraina e cinese, tra le altre, rappresenta il contatto con la terra di origine della famiglia e anche un modo di restare uniti alla cultura originaria, in modo da non perdere le proprie radici.
Roberto Zanni