È un piatto che rappresenta l'identità di un popolo e non conosce confini, una tradizione gastronomica che viene gelosamente conservata e trasmessa di generazione in generazione. L'ottava Festa della Polenta si è svolta sabato mattina presso la sede del Circolo Trentino di Montevideo, che ha registrato il pienone per l'evento più atteso dell'anno.
La festa è stata aperta dalla presidente del circolo, Silvia Norbis a cui è seguita la consegna di una targa di riconoscimento a Juan Carlos Calza per il lungo impegno all’interno dell’associazione. Presente anche l’ambasciatore italiano Gianni Piccato che ha elogiato l’attività della collettività trentina dell’Uruguay, “un esempio di lavoro costante e dinamico” basato sul “fluido rapporto” tra i diversi circolo distribuiti sul territorio nazionale che comprendono quello di Montevideo, Carmelo, Rivera e Paysandú. La capacità di dialogare tra di voi è importante perché rafforza la posizione dei circoli verso le istituzioni italiane e verso le autorità della provincia di Trento oltre che verso i Trentini nel mondo. Loro vedono una realtà legittimata ad agire localmente e di conseguenza possono essere maggiormente propensi ad aiutare e a finanziare attività. Tuttavia” -ha puntualizzato l’ambasciatore - “questi aiuti non cadono dal cielo ma hanno bisogno di essere supportati da un impegno costante, ben organizzato e duraturo nel tempo. Ecco, tutto questo voi lo avete fatto egregiamente in passato, lo state facendo attualmente e magari si potrà continuare a farlo anche in futuro seguendo questa stessa linea”.
Un altro merito dei trentini è stato quello di aver saputo “lavorare per rafforzare l’unione a livello regionale tra i diversi circoli attivi in Sud America”, un aspetto questo “strategicamente importantissimo” che coinvolge le realtà di Uruguay, Argentina, Brasile e Paraguay. Il riferimento è stato all’incontro regionale dei trentini, un appuntamento cominciata lo scorso anno a Montevideo e ripetuto per la seconda volta pochi mesi fa in Brasile. Dopo il suo discorso l’ambasciatore Piccato ha premiato con l’onorificenza dell’ordine della Stella d’Italia Jorge Zas, il coordinatore delle associazioni trentine dell’Uruguay che ha condiviso il premio con i presenti: “Questo è un riconoscimento al grande lavoro collettivo che è stato fatto in questi anni”.
Riferendosi alla festa della polenta, Zas ha spiegato a Gente d’Italia che “Questa è una tradizione che rappresenta la nostra storia in quanto piatto tipico non solo del Trentino ma di tutta la zona del nord Italia. Mangiare la polenta, soprattutto in inverno, è qualcosa di molto simbolico e importante nel nostro immaginario collettivo”. Giunta alla sua ottava edizione, la festa è “ormai diventato un evento importante e consolidato che viene in genere organizzato dopo San Virgilio, il santo patrono di Trento”.
“Questo piatto” - ha proseguito Zas nella sua riflessione - “per noi trentini che viviamo all’estero può avere diversi significati. Per gli emigrati è il ricordo della loro terra di origine, per i discendenti rappresenta tutto quello che gli è stato raccontato, esperienze di vita e ricordi della memoria familiare da custodire”. Per conoscere qualcosa in più sui segreti della preparazione della polenta abbiamo assistito alla parte finale del lungo processo di cottura portato avanti da Raul Berti con il supporto di Virgilio Bresciani. “Questa è farina di mais con grano turco naturale senza nessun additivo chimico anche se abbastanza difficile da trovare oggigiorno” ha dichiarato Berti. “Cucinare la polenta richiede un processo lungo, ci vogliono circa 40 minuti a fuoco basso, un tempo abbastanza lungo per l’epoca moderna dell’istantaneità. Il rapporto è 3 a 1, ossia per una tazza di polenta ne servono tre di acqua. Fondamentale è l’utilizzo del paiolo, ossia la pentola in rame dato che questo è un buon trasmettitore di calore. È importante mescolarla continuamente con un cucchiaio in legno affinché non si attacchi al fondo. Bisogna precisare che nel metodo tradizionale la polenta appena cotta si taglia con il filo ma questa è troppo grande e non si poteva fare”.
Accanto a lui Virgilio Bresciani ha raccontato la sua testimonianza personale: “Quando ero piccolo a casa mia questo piatto si mangiava quasi tutti i giorni, tre o quattro volte a settimana con diversi condimenti, in genere con una salsa di sugo con carne. Per la nostra famiglia che era appena arrivata in Uruguay era come un qualcosa di sopravvivenza”.
La giornata è poi proseguita con diverse esibizioni artistiche e musicali a cominciare dal coro del Circolo Trentino, Stella Alpina, che ha interpretato diversi brani tra cui un’immancabile “La bella polenta”. Successivamente è salito sul palco Cono Vallone che si è esibito con diverse canzoni italiane a cui è seguita una parte lirica organizzata in collaborazione con il centro culturale Vissi d’Arte: in quest’ultima parte hanno partecipato i cantanti lirici Vanina Soldevila e Santiago García accompagnati dalla pianista Mariana Airaudo.