In totale i patronati italiani sono 25 ma i principali che lavorano all’estero e in particolare in Uruguay sono i seguenti: INCA (CGIL), INAS (CISL), ITAL (UIL), ACLI (Associazione Cristiana Lavoratori Italiani) ed ENASCO.
Per molti sono centri di potere proiettati per sfornare rappresentanti dei COMITES e del CGIE, ma il loro mandato è quello di assistere i nostri connazionali in decine di tipologie di pratiche, non solo quelle pensionistiche.
È pur vero che, da decenni, i Patronati vengono tacciati di essere "importanti centri di potere, costruttori di campagne elettorali e fornitori di voti", ma la verità è che il loro lavoro è stato sempre indispensabile per milioni di connazionali, in Italia e in tutto il mondo.
Tutte le pensioni passano attraverso i patronati, così come le pratiche di cittadinanza.
Sono milioni di pratiche dall’Australia all’Argentina, dalla Gran Bretagna al Senegal.
I patronati sono meccanismi di fondamentale importanza per le comunità italiane e su questo punto, non ci piove.
Raccogliere le dichiarazioni dei responsabili degli uffici in Uruguay è stato, per noi di GENTE D'ITALIA TV, una chiacchierata fra amici. Personalmente conosco Renato Palermo, Filomena Narducci e Elena Bravin da vari decenni: con alcuni di loro ho anche lavorato, come nel caso di Renato
nel Patronato INCA, dove, per anni, ho fatto il suo lavoro.
Dal principio del secolo XX, è lui il responsabile e non solo degli uffici dell’Uruguay ma anche dell’Argentina.
Con Filomena Narducci, ci conosciamo dal suo ritorno in Uruguay, nel 1986, mentre Elena la conosco da fanciulla, quando lavoravo nel settimanale L’ORA D’ITALIA ed avevo un ottimo rapporto con Mario Bravín, suo padre ed uno dei punti di riferimento della nostra comunità fino alla sua scomparsa.
Il problema più grave dei Patronati all’estero, oggi, è la forte riduzione del numero delle pratiche pensionistiche.
È da sempre stato il forte di questi uffici finanziati dal Ministero del Lavoro italiano che offrono, gratuitamente, tutto il supporto ai
connazionali per la realizzazione delle pratiche stesse.
Se pensiamo che, soltanto in Argentina, ci sono decine di migliaia di pensionati italiani, arriviamo presto alla conclusione sull’indispensabile
lavoro di questi uffici in tutto il mondo. I pensionati, come accennavamo prima, tendono a scomparire perchè l’ultimo importante flusso emigratorio,
soprattutto in America Latina, risale al dopoguerra e qualche decennio in più.
Anche le pensioni di reversibilità per le vedove sono in estinzione, ma, questi uffici, dopo un periodo di recessione che ha provocato anche molti licenziamenti e persino chiusura di alcuni uffici, non soltanto sono ancora vivi, ma si sono riciclati spontaneamente con altre pratiche che, invece di diminuire, continuano ad aumentare.
Si tratta delle pratiche di cittadinanza che, anche se non possono essere ancora statisticate, mantengono le strutture in piena attività.
La legge sui Patronati, purtroppo ancora non modificata come al meglio, determina che ogni prestazione fatta ai connazionali negli uffici viene statisticata e retribuita con punti che valgono soldi e che servono a mantenere appunto gli uffici.
Ci sono stati alcuni cambiamenti della legge, ma ancora non vengono considerate molte delle prestazioni che si danno.
Il Ministero del Lavoro, per ora, ha soltanto approvato la facoltà di poter risquotere alcune attività parallele come corsi di lingua ed altri tipi di corsi per gli assistiti.
Per Filomena Narducci, “I patronati sono uno strumento assolutamente indispensabile per gli italiani all’estero. Si potranno migliorare le leggi, si potranno discutere i principi, ma il servizio di un paese deve essere dato ai propri cittadini e questo è il nostro lavoro. Se finiscono le pratiche
pensionistiche per un periodo storico, ci saranno altri periodi storici come l’attuale, con decine di migliaia di italiani che espatriano ogni anno. Senza i patronati l’Italia non potrebbe funzionare”.
Per Elena Bravin “Ci sono molti italiani giovani e non tanto giovani che vengono o tornano in Uruguay ed hanno bisogno di assistenza previdenziale da parte del BPS uruguaiano: a questi noi diamo tutta l’assistenza. Ho sentito parlare molto negli ultimi tempi che la collettività italiana sta scomparendo. Non è vero! Certamente che ricordiamo, spesso anche con malinconia, la comunità italiana degli anni ’60, ’70 o ’80, ma c’è una grande collettività del 2018 che esiste, è cambiata perchè sono cambiate le regole di tutte le società, ma esiste una comunità e mentre che esista, noi
Patronati abbiamo il nostro arduo lavoro”.
Renato Palermo, con oltre 30 anni di esperienza nei patronati dice che “I patronati sono assolutamente indispensabili, non soltanto perchè sono gli unici autorizzati dallo Stato Italiano a fare moltissime pratiche, ma anche perchè noi facciamo tantissimo lavoro dei consolati che, da troppo
tempo sono sovraccarichi in tutti i sensi e non riescono ad espletare le milioni di pratiche che hanno in tutto il mondo. Mentre esista umanità esisterà mobilità e la mobilità ha bisogno di persone che aiutino altre. Potranno diminuire o aumentare le pensioni, continuano ad aumentare le pratiche di cittadinanza, ma poi, noi patronati abbiamo anche un ruolo sociale e multilaterale, dato che ci sono connazionali che hanno lavorato in Italia e poi in altri paesi dove, spesso ci sono convenzioni e vengono da
noi per fare le loro pratiche".