Gente d'Italia

Imprenditore italiano bloccato in Cina da 8 mesi: presidio di amici e familiari davanti al Consolato di Milano

Sono arrivati in pullman dalla Bergamasca davanti alla sede del Consolato cinese di Milano gli amici e i familiari di Valentino Sonzogni, imprenditore italiano che da otto mesi è trattenuto in Cina con un divieto di espatrio dopo un provvedimento del fisco cinese che gli attribuisce una presunta evasione fiscale di 4 milioni di euro. In mano hanno le foto di Sonzogni e striscioni con scritto "Vale libero" e "Sonzogni Vale".

L'APPELLO ALLE DIPLOMAZIE
L'appello alle diplomazie di Italia e Cina è di "sbloccare" al più presto la situazione, in modo che possa finalmente tornare a casa. "Valentino sta vivendo una situazione molto dura, sia dal punto di vista economico sia da quello psicologico. E' bloccato in Cina, ha il passaporto ma non può lasciare il Paese. Dopo otto mesi non vediamo una via d'uscita. Il suo sembra un esilio forzato", spiega Alessandro Sonzogni, il fratello. "Non conosce la lingua e non può lavorare. Vive grazie ai soldi che gli manda la famiglia. Temiamo anche per la sua salute, perché non ha assistenza sanitaria", aggiunge l'amica Carlotta Plebani. Gli amici chiedono alle autorità cinesi "un atto di giustizia e umanità": "Valentino è vittima di una truffa che sta distruggendo ogni aspetto della sua vita. Chiediamo alle autorità cinesi che ponga fine a questa misura restrittiva della sua libertà personale".

APPELLO MESSO NERO SU BIANCO
L'appello è stato messo nero su bianco su un volantino. Al presidio partecipano anche i sindaci di Almé, Comune di residenza di Sonzogni, e di Zogno, dove abitano i familiari, entrambi con la fascia tricolore.  "Abbiamo chiesto di essere ricevuti dal Console cinese ma ci hanno risposto che oggi non è presente. Un funzionario ci ha spiegato che sono al corrente della situazione di Sonzogni e che le diplomazie si stanno muovendo, ma restiamo preoccupati", riferisce il sindaco di Almé, Massimo Bandera, uscendo dal Consolato insieme con il primo cittadino di Zogno, Giuliano Ghisalberti. "La nostra presenza qui è per rafforzare la richiesta di attivare tutti i canali diplomatici possibili per risolvere una situazione che si è protratta per troppo tempo, nei confronti di una persona che è abbandonata lì, sola e senza punti di riferimento", hanno dichiarano i due sindaci.

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