Il segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero, Michele Schiavone, ha scritto una lettera ai presidenti dei Comites, delle associazioni italiane e degli enti scolastici all'estero, per invitarli all'invio di contributi e proposte relativi alla “messa in sicurezza delle procedure di esercizio del diritto di voto all'estero per assicurarne la futura tenuta, garantire i principi costituzionali di personalità, uguaglianza, libertà e segretezza per renderlo più credibile e trasparente”.
La missiva è conseguente ai temi discussi nel corso dell'ultima plenaria del Cgie svoltasi a inizio luglio e in particolare alla sollecitazione espressa in quella sede dal nuovo sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo alla preparazione di una proposta sul tema da presentare quale base di un disegno di legge da discutersi in Parlamento. A questo fine, il segretario generale annuncia l'intenzione di consegnare al Governo una proposta di modifica delle procedure elettorali nel prossimo mese di novembre.
“Vi invitiamo a indire riunioni pubbliche, sollecitandovi a trattare questo argomento il più presto possibile nella Circoscrizione consolare di vostra competenza, coinvolgendo anche le locali rappresentanze associative e sociali. Il Cgie – scrive Schiavone - si aspetta numerosi contributi e conta di poterli a elaborare in un unico documento a partire dall'ultima settimana di settembre”. Il segretario generale ricorda come le legge n. 459 del 27 dicembre 2001 “attribuisce agli elettori, residenti stabilmente all'estero o soltanto temporaneamente, per un periodo superiore a tre mesi, il diritto di scegliere i propri rappresentanti nel Parlamento italiano e di partecipare ai referendum nazionali”.
“La riforma costituzionale del 2000 insieme alla legge 459 hanno sanato un vulnus della democrazia, ma a distanza di anni – rileva Schiavone - occorre perfezionare le modalità di esercizio del diritto di voto all'estero per rafforzare la dignità della nostra rappresentanza e renderla protagonista nelle Camere legislative”. Così come avvenuto per la proposta di riforma di Comites e Cgie, il Consiglio generale conta sul prezioso contributo dei destinatari della lettera per definire una proposta partecipata e condivisa da coloro che sono i più diretti interessati al tema in oggetto.