Se in Italia le lavoratrici hanno stipendi del 16,3% più bassi rispetto ai maschi e la legge sulla trasparenza retributiva vale solo per aziende con oltre 100 dipendenti, in Islanda, “isola delle donne”, lo scorso 9 luglio è entrata in vigore la legge sulla parità salariale tra uomini e donne considerata la più severa al mondo.
Impone, infatti, a istituzioni pubbliche e private, aziende, banche e a qualsiasi datore di lavoro con più di 25 dipendenti di assicurare pari retribuzione alle donne con qualifica pari a quella degli uomini. La normativa prevede multe fino a 50mila corone islandesi (pari a circa 450 euro) per ogni caso personale di violazione dell'obbligo di parità retributiva a pari qualifica.
Il governo ha concepito un'applicazione graduale della norma: le più grandi istituzioni e aziende hanno tempo fino al 2020, quelle più piccole fino al 2025.