Traffico in tilt, imbufaliti i residenti in Santa Croce. Gli Uffizi chiusi, un blackout di cinque ore, furibondi i potenziali visitatori. Firenze sottosopra, qua e là i segni chiari del subbuglio. La città trasformata in set cinematografico, sai che goduria per cittadini e turisti.
Le produzioni cinematografiche Netflix e Matteo Renzi e Lucio Presta padrone del centro storico. Firenze Studios, come a Hollywood, non uguale e preciso, ma solo per rendere l’idea. Il quartiere di Santa Croce off limits.
Ciak, si gira “Six Underground”. Una produzione Netflix del regista Michael Bay. La più costosa di sempre, centocinquanta milioni di dollari salvo complicazioni. Scene d’azione e spericolati inseguimenti verranno girate nel centro di Firenze. Gli studios saranno attivi per un mese.
Divieti di sosta e di transito per le auto fino a questa sera a mezzanotte. E domani stesso divieto, fino alle 21:00, anche in piazza Santa Croce, trasformata dal Comune in parcheggio per i residenti. Ma solo per due giorni.
Ma cosa c’entra Matteo Renzi con questa storia di Firenze che diventa set cinematografico? C’entra eccome: l’ex sindaco e ex premier è il protagonista del documentario su Firenze prodotto da Lucio Presta, nelle versioni inglese e italiano, “Florence” il titolo in inglese, banale, proprio nulla di originale. Da decidere quello in italiano, si spera in qualcosa di meglio. Furgoni regia e attrezzature hanno preso possesso di una preziosa zona di Firenze.
Sotto l’occhio della cinepresa, l’ex premier però ha preferito non avventurarsi in spiegazioni in inglese: sarà doppiato o sottotitolato. All’interno degli Uffizi, si è speso nel ruolo di Cicerone, concentrandosi sulle opere al secondo piano. Botticelli, Michelangelo, Raffaello. E giusto un’affacciata nei primi metri del corridoio vasariano. Renzi si è intanto acculturato, per fare la sua figura nelle fasi successive del lavoro in qualità di Cicerone. Si sarebbe concentrato su testi per così dire sacri: i “Ragionamenti” del Vasari su Palazzo Vecchio, “Il Dizionario di Firenze” di Pier Francesco Listri, e poi “Firenze giorno per giorno” di Eugenio Ciani, “La storia di Firenze” del Bargellini. Ma anche su alcuni libri dell’Artusi, il padre della grande cucina toscana e italiana.
Il filo conduttore del racconto è leggibile nelle storie meno conosciute e sui retroscena legati a una statua o a un quadro. Vicende nascoste dietro a un’opera d’arte. Un esercizio che a Renzi piace moltissimo, avendolo praticato alla grande durante la sua esperienza di sindaco, a beneficio degli allora colleghi stranieri e italiani. Le riprese di “Florence” si sono spostate dagli Uffizi in piazza Duomo.
Matteo Renzi star cinematografica nei panni di un cicerone fiorentino. Una guida non bilingue, perché non si sa mai, meglio essere prudenti piuttosto che farla fuori del vaso. Gli è accaduto in politica, ad un certo punto della fiera, e ne è uscito bastonato. L’action movie “Six Undergroound” è firmata Netflix, che opera nella distribuzione via internet di film, serie televisive e contenuti d’intrattenimento. Fondata nel 1997 da Reed Hastings e Mart Randolph, oggi è un colosso, leader nel settore on demand. Netflix avrà tre campi base a Firenze, con 450 lavoratori. I primi carichi di telecamere, luci, pannelli e prefabbricati sono già arrivati a Firenze. La società di distribuzione monopolizza la parte più importante e prestigiosa di Firenze.
La produzione si è impegnata con il Comune sui tempi di lavorazione. “Saranno rispettati alla lettera, i cittadini saranno garantiti sotto ogni aspetto”, assicurano da Palazzo Vecchio, il cuore della città messa sottosopra. Le riprese del film di Michael Bay si spostano domani verso piazza Duomo e la Santissima Annunziata, in via dei Servi, via dei Pecori, San Giovanni, via Cerretani, piazza Stozzi, piazza Davanzati. L’unica soluzione praticabile per cittadini e visitatori sembra quella della fuga da Firenze. “Questo mai, non lo consentiremo, e non è nei nostri programmi”, s’impegna sulla parola l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti.
“Abbiamo cercato di ridurre al minimo i disagi istituendo navette a spese della produzione”. Prevale comunque l’idea del centro di Firenze prossimo a diventare una sorta d’inferno dantesco. Gli amministratori non se la potevano risparmiare? Pare di no, anche per una questione economica. Netflix pagherà bei quattrini il disturbo. E anche perché Firenze non rinuncia alla vocazione di essere lei stessa cinema. Proprio qui, nel 1900, sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele, fu aperto il primo cinematografo stabile d’Italia.
Firenze, poi Firenze è stata imprescindibile set cinematografico per Federico Fellini, Catherine Deneuve, Jean Paul Belmondo, Vittorio Gassman, Oliva de Havilland, Pietro Germi, Mario Monicelli, Brian De Palma, Marcello Mastroianni, Ornella Muti, Natassja Kinski, Benigni, Nuti, Pieraccioni, Massimo Troisi. E in tempi recenti, set di successo per Franco Zeffirelli con la sua idea “Un tè con Mussolini”, Ron Howard, Anthony Hopkins e Tom Hanks. Firenze la magnifica da cinema e il cinema, un amore antico, mai sfumato. E pare non voglia alterarsi più di tanto neppure questa volta con Netflix. Che si accinge a trasformarla in città proibita. Infrequentabile per residenti e turisti.