Il patrimonio culturale, storico dell'Ecuador si trova, purtroppo, per buona parte all'estero. Si tratta del traffico, illecito, di reperti archeologici. L'Ecuador ha iniziato una dura battaglia al fine di recuperare quelli che sono reperti archeologici di ceramica, pietra, metallici, poi ancora dipinti, sculture di vario genere che, fraudolentemente, sono stati rimossi da dove si trovavano e portati all'estero. E l'Ecuador oggi si attesta come leader regionale nella lotta al traffico illeciti di beni culturali.
Le cifre dimostrano che del 2010 ad oggi sono stati rimpatriati 4.969 pezzi pregiati, mentre 7.189 sono stati recuperati all'interno del Paese. Nei giorni scorsi Raul Perez e Joaquim Moscoso, rispettivamente titolari del Ministerio de Cultura y Patrimonio e dell'Instituto Nacional de Patrimonio Cultural, hanno reso noto il recupero di 12 pezzi archeologici che si trovavano in Germania. Ma esiste anche una classifica per nazioni, che riguardano i ritrovamenti di oggetti che appartengono alla cultura ecuadoriana. E in questi graduatoria l'Italia si trova al comando, un triste primato che non ha rivali. Infatti per quello che riguarda appunto il numero di pezzi recuperati l'Italia ha raggiunto quota 3.932, mentre la nazione che si trova la secondo posto, l'Argentina, raggiunge appena 453 pezzi, al terzo posto ci sono gli Stati Uniti con 198. Inoltre si sono avuti recuperi anche in altre nazioni, ma in numeri assolutamente ridotti rispetto all'Italia e si tratta di Cile, Colombia, Danimarca, Egitto, Spagna, Gran Bretagna, Norvegia, Perù e, appunto, il caso reso noto ultimamente, anche la Germania.
Cesar Molina, segretario del Comité Tecnico de la Lucha contra el Trafico Ilicito de Bienes Culturales, ha inoltre annunciato che per il prossimo anno si prevede un recupero di altri 400 reperti archeologici. Si tratta però di una battaglia anche difficile, oltre che costosa. Infatti i procedimenti giudiziari sono lunghi e a volte non arrivano a nessuna conclusione, ma per portarli avanti servono ingenti investimenti e lunghe battaglie. Infatti non si deve dimenticare che ci sono anche nazioni che si appellano alla Convenzione di Parigi del 1970, affinché i beni non siano rimpatriati dall'Ecuador.