Lo ha annunciato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker riportando i risultati di una mega consultazione cui hanno partecipato 4,6 milioni di persone. “Prenderemo la decisione oggi stesso”, ha affermato Juncker parlando ai microfoni della televisione tedesca Zdf. Secondo varie fonti citate dalla stampa tedesca, il sondaggio ha rivelato una maggioranza schiacciante a favore dell’abolizione. Si parla di una percentuale vicina all’80% in quello che è stato defiito l’appello pubblico più partecipato della storia.
La consultazione si è svolta online tra luglio ed agosto. Quasi 5 milioni di persone hanno risposto all’appello dichiarandosi favorevoli alla eliminazione della convenzione per cui durante i mesi estivi le lancette di tutta Europa vengono spostate un’ora in avanti, per sfruttare al meglio le ore di luce nell’arco della giornata. Per ovvie ragioni geografiche a beneficiarne sono per lo più gli Stati del Sud: lo spostamento in avanti di un’ora garantisce infatti un allungamento delle giornate più funzionale. In Italia, ad esempio, nel giorno più lungo d’estate il sole sorge intorno alle 5.30 e tramonta entro le 21. Se non ci fosse l’ora legale, sorgerebbe alle 4.30 e tramonterebbe alle 20. Quell’ora al mattino in cui pochissime persone sono sveglie viene spostata alla sera, permettendo a molte più persone di goderne.
Nei paesi del Nord Europa, in particolare quelli scandinavi, però, le giornate estive sono molto dilatate, essendo molto più vicini al Polo Nord. L’ora legale accentua un fenomeno già presente e difficile da assorbire per il corpo. In Finlandia, per intenderci, il 21 giugno il Sole sorge prima delle 4 e tramonta alle 22.40: in pratica scandisce una giornata di quasi 19 ore di luce. Se non ci fosse l’ora legale il sole tramonterebbe alle 21.40, un orario decisamente più tollerabile. Il tema intanto è finito anche sul tavolo del conclave dei commissari a Genval, dove è in corso il seminario annuale del Collegio dopo la pausa estiva per preparare il discorso sullo stato dell’Unione (previsto il 12 settembre) e il programma di lavoro, in questo caso gli ultimi del mandato della Commissione Juncker.
L’esecutivo comunitario ha condotto la consultazione su richiesta dell’Europarlamento. Il dossier è stato aperto in seguito alle richieste di alcuni Paesi tra cui Finlandia e Lituania a cui si sono aggiunti Estonia, Svezia e Polonia, ed è sostenuto anche da alcuni eurodeputati liberali tedeschi che a febbraio avevano presentato una risoluzione. La direttiva Ue che armonizza il passaggio ora solare-legale è del 2000, ma nella maggior parte dei Paesi questo veniva applicato già prima ed è stato usato per la prima volta durante la Prima guerra mondiale. “La gente vuole questo e lo faremo”, ha concluso perentorio Juncker, pre-annunciando l’orientamento della Commissione per il ritorno all’ora solare.