Voto estero, giovani, nuove migrazioni. Saranno questi i punti principali degli incontri che verranno organizzati nei prossimi mesi in Uruguay dal Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero).
Come anticipa a Gente d’Italia il consigliere uruguaiano Renato Palermo, il progetto punta a “coinvolgere tutte le associazioni del paese” partendo dall’interno per concludersi poi a Montevideo. La prima riunione sarà a Rivera intorno alla metà di settembre e la chiusura è prevista per la fine di novembre.
Il progetto conta con diversi responsabili su tutto il territorio nazionale: Marta Martinez (Tacuarembó), Mariuccia Piceda (Carmelo), Domingo Cairello (Rivera), Giuseppe Anfuso (Las Piedras), Roma Musetti, Rolando Rossi, Renato e Ignacio Palermo per Montevideo. “La proposta è nata durante l’ultima riunione plenaria del Cgie” racconta Palermo, intervistato al patronato Inca di Montevideo.
“I consiglieri hanno votato all’unanimità per coinvolgere le associazioni e i Comites in questo grande dibattito che affronterà diversi argomenti a cominciare dal voto estero. I risultati verranno portati alla prossima riunione plenaria del Cgie”. Una necessità, quella della riforma del voto fuori dall’Italia, che viene da tempo ripetutamente discussa e analizzata senza però aver trovato ancora una soluzione.
“È necessaria una riforma urgente del sistema di voto alla luce dei vecchi problemi che si ripetono puntualmente ogni volta. Si deve assicurare un voto più trasparente e più sicuro. Tanto i rappresentanti delle comunità come la classe politica coincidono su questa necessità”.
Alla luce di queste motivazioni, “saranno coinvolte le associazioni” per “capire cosa ne pensano e come si potrà migliorare il sistema”. Il secondo punto che verrà affrontato negli incontri riguarda l’organizzazione di un seminario dei giovani. L’iniziativa, rivolta a 150 giovani italiani tra i 18 e i 35 anni residenti all’estero di nuova emigrazione o seconde/terze generazioni, si svolgerà a Palermo tra il 16 e il 19 aprile del 2019.
“L’obiettivo” - spiega il consigliere uruguaiano - “è quello di far avvicinare i giovani alle istituzioni e agli organismi di rappresentanza. Oltre a ciò vogliamo coinvolgere anche il mondo della cultura e quello imprenditoriale. Sappiamo che rispetto all’ultima conferenza del 2008, questa volta le risorse economiche sono molto minori. Tuttavia si sta cercando di organizzare un’ampia diffusione per far avvicinare al progetto il maggior numero possibile di giovani delle collettività”.
Il terzo e ultimo punto degli incontri del Cgie riguarda la diffusione di uno studio che attualmente stanno organizzando due giovani volontari del servizio civile, Livia Cossa e Lorenzo Meneghini, dell’associazione Agisco. La finalità della ricerca è quella di “fare un’analisi completa” sull’amplio panorama italiano in Uruguay partendo dalla comunità storica fino agli ultimi arrivati. Come spiegano i responsabili dello studio, “si tratta di un’analisi sociologica che vuole capire quale sia oggi l’idea di comunità, in tutte le sue differenze”.
Sono 4 le categorie scelte per dividere gli intervistati a cui verrà chiesto di completare un questionario: una prima parte storica, divisa fra gli emigrati nati in Italia e i loro discendenti e poi una seconda parte più attuale divisa fra gli emigrati che si sono trasferiti negli ultimi dieci anni e le nuove mobilità, ossia le persone venute per un breve periodo. “Vogliamo fotografare la situazione” affermano i due ragazzi.
“Speriamo di poter contribuire a dare delle nuove chiavi di lettura di questa realtà, specialmente quello della nuova emigrazione, un fenomeno poco analizzato ma crescente. La percezione iniziale è che manca una rete anche se c’è qualcosa in modo occasionale. C’è un potenziale enorme che non sappiamo capitalizzare”.
(di Matteo Forciniti)