A partire dal primo gennaio del 2019 i turisti stranieri che soggiorneranno negli alberghi di Montevideo saranno soggetti a una tassa speciale. La misura - già ampiamente discussa nei mesi scorsi - è stata definitivamente approvata dalla giunta comunale riunita in sessione straordinaria e sarà presto regolamentata. La proposta aveva ricevuto l’appoggio di diversi attori della società civile a cominciare da Montevideo Bureau, un’entità mista pubblico privato che ha l’obiettivo di promuovere il turismo e riunisce i diversi operatori del settore: alberghi, ostelli, ristoranti, agenzie di viaggio e altre imprese vincolate al turismo insieme ai rappresentanti del Comune e del Ministero del Turismo.
La tassa riguarderà i soggiorni negli alberghi di 3, 4 e 5 stelle della capitale ed ha l’obiettivo di creare un fondo di sostenibilità destinato a finanziare diversi investimenti con finalità definite nei piani strategici dell’amministrazione. Secondo le previsioni ufficiali, i possibili usi saranno diversi: cartelli segnaletici per visitanti, eventi artistici gratuiti, circuiti gastronomici, riunioni e congressi internazionali, promozioni in negozi o pubblicità di Montevideo all’estero. In questo modo gli investimenti avranno fondi propri e non dipenderanno dai bilanci comunali.
La nuova tassa turistica del dipartimento di Montevideo ha ricevuto diversi commenti favorevoli da parte degli operatori del settore. Tra questi c’è Pierluigi Taliento, direttore di Punta del Este Resort, che plaude alla proposta purché sia ben regolamentata. “Sarebbe più corretto parlare di tassa di scopo poiché i fondi riscossi saranno destinati a diversi progetti tanto nella promozione turistica all’estero come gli investimenti locali, per esempio abbellimenti degli spazi pubblici, centri di informazione turistica e zone wifi. Tutte queste cose difficilmente potrebbero essere finanziate con i fondi comunali. L’importante” - sottolinea - “è che si crei una voce specifica e che questi fondi non vadano a finire nel budget generale”.
Secondo Taliento, l’unico requisito indispensabile per l’imposta è che “venga amministrata bene”. Ciò implica innanzitutto due “adattamenti” per gli albergatori, tanto nei sistemi gestionali (check in e check) che in quelli contabili. “I turisti non se ne accorgeranno” rassicura. “Stiamo parlando di una cifra che può oscillare tra i 3 i 5 dollari al giorno. Ovviamente se moltiplichiamo questi numeri durante i periodi di alta stagione ne viene fuori un numero molto interessante. Insomma, ci sarà la possibilità di fare cose molto positive”.
Il suo ottimismo è supportato anche dall’esperienza avuta in Italia: “Ricordo bene quando venne approvata a Milano poco prima dell’Expo, questo tipo di misura oggigiorno esiste praticamente in tutto il mondo. In base a ciò che ho visto posso dire che la tassa turistica viene in genere accolta bene nonostante qualche malumore da parte degli albergatori”. Per il direttore di Punta del Este Resort, questa iniziativa “dovrebbe essere implementata” anche dal dipartimento di Maldonado. Ma non c’è il rischio che questi soldi finiscano nella ragnatela della burocrazia? “Il pericolo ovviamente c’è ma io sono abbastanza fiducioso anche perché verranno coinvolti diversi attori come la Camera del Turismo e l’Associazione degli Albergatori. Insieme definiranno gli obiettivi e valuteranno come utilizzare questi fondi nel modo giusto”.
Proprio dalla Cámara Uruguaya del Turismo arrivano altre parole d’appoggio alla nuova tassa del Comune di Montevideo. Sulla stessa linea del manager salentino, il presidente Juan Martínez Escrich giudica “fondamentale” una gestione professionale dell’importo riscosso che possa avere una pianificazione a lungo termine. “Il modo migliore sarà quello di avere un fondo autonomo e indipendente. Poi è anche necessario contare con la collaborazione di tutto il settore: gli alberghi, le compagnie aeree, le agenzie di viaggi, le organizzazioni e le istituzioni, la Intendencia di Montevideo, il Ministero del Turismo e il Governo nazionale. Insieme si dovrà cercare di definire quale sarà il modo migliore di far crescere il turismo in Uruguay. Una tassa di scopo esiste ovunque nel mondo, non si sta inventando niente di nuovo”.
Matteo Forciniti