Tutto era cominciato da un video pubblicato su Youtube, che nel giro di 24 ore aveva sfiorato le mille visualizzazioni. Ora, a distanza di due settimane, ne ha raccolte quasi centomila ed è stato rilanciato dal blog di Beppe Grillo. “Geniale”, lo definisce senza mezzi termini il fondatore del Movimento Cinque Stelle. Il progetto per il ponte di Genova a firma dell’architetto bergamasco Stefano Giavazzi continua a far discutere, nonostante la “concorrenza” di Renzo Piano.
Non certo un architetto qualunque: Giavazzi, 48 anni, è titolare di uno studio associato in via Paleocapa con l’ingegnere Maurizio Filetti. Nel suo video, prova a spiegare in pochi minuti ciò che ha in mente. “Dopo la tragedia il nostro studio si è sentito in obbligo di elaborare una proposta” ha premesso, parlando di un ponte tutto “da vivere, abitare, percorrere”. “Le strade concepite per il mero trasporto sono ormai cosa vecchia – ha detto Giavazzi -. La nuova infrastruttura non si sostituisce banalmente alla precedente, ma la rilancia, definendosi come uno spazio integrato per essere abitato, vissuto, percorso, per produrre energia senza gli spazi indefiniti tipici del sottoponte”.
Un progetto da 10mila metri quadri di pannelli solari, 16 mega watt di potenza che produce energia per 6mila famiglie, 65mila metri quadrati di superficie a disposizione per piano, “superficie potenziale per il commerciale, per il tempo libero, per poli di sviluppo tecnologico” immagina citando l’esempio del Kilometro Rosso. “E poi una sede stradale a sei corsie con corsia di emergenza, una nuova via pedonale panoramica da dove è possibile vedere anche il mare. Insomma, un nuovo pezzo di città orizzontale“. Il tutto, precisa, senza demolire nulla: “ciò consentirebbe di risparmiare sui costi senza occupare nuovo
spazio”.
Come si costruisce? “Attraverso un modulo reticolare prefabbricato in acciaio – illustra l’architetto – un cubo preassemblato, a struttura a traliccio in corten, che ingabbia la struttura esistente, con un’integrazione con le case esistenti”. Il progetto, ovviamente, è tutto sulla carta. E se gli scettici non mancano, c’è chi si dice entusiasta: “Quando ho pubblicato il video del progetto in rete l’ho inviato a Grillo ma non solo, anche al presidente del Consiglio, al Sole 24ore e ad altri giornali – ammette Giavazzi -. In questo caso lo ha colto Grillo, ma non voglio che il mio progetto abbia colore politico”. Sono più i favorevoli o i contrari? “Per ora sono più i consensi – commenta l’architetto -. In molti mi hanno telefonato, apprezzando il tentativo di aprire un dibattito sul tema, proponendo qualcosa di alternativo e non banale. Se il video mi ha fatto comodo in termini di pubblicità? Stiamo parlando del ponte di Genova, un qualcosa di talmente grande che non riguarda le opere delle quali mi occupo – conclude Giavazzi -. Ma certo, ci sono effetti positivi. Domani, ad esempio, sarò ospite di un convegno alla Cappella Orsini di Roma”.