"Le regole dei vitalizi sono state, sin dall'origine, introdotte dal Parlamento in regime di autodichia, vale a dire in totale autonomia, senza contemplare una valutazione di giudici esterni. Questa autonomia è stata consapevolmente utilizzata per mettere in piedi un sistema insostenibile, destinato a gravare in modo rilevante su tutti i cittadini, in aggiunta alla spesa destinata al pagamento delle indennità parlamentari. Era infatti chiaro fin dall'inizio che i contributi versati non sarebbero stati sufficienti a coprire le spese per vitalizi".
Parole, queste del presidente dell’Inps Tito Boeri, che fanno chiaramente capire come anche lui sia favorevole al taglio dei vitalizi per i parlamentari delle passate legislature. E anzi, il presidente ha rilanciato: la gestione del tutto passi nelle mani dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, "che garantirebbe trasparenza e correttezza". Boeri, al termine di un’audizione dinanzi all'Ufficio di presidenza del Senato ha detto che sì, quella sui vitalizi "è una delibera che va nella direzione di ridurre le asimmetrie".
Ed è quello che aveva spiegato fio a poco prima all'uffio di presidenza, presente ovviamente anche la terza carica dello Stato Elisabetta Casellati. "Le regole dei vitalizi hanno dato vita, sin dall'inizio, "a un sistema insostenibile, destinato a gravare in modo rilevante su tutti i cittadini, in aggiunta alla spesa destinata al pagamento delle indennità parlamentari. Era infatti chiaro fin dall'inizio che i contributi versati non sarebbero stati sufficienti a coprire le spese per i vitalizi".
Boeri ha indicato che "normalmente un sistema a ripartizione (in cui i contributi pagano le pensioni in essere) alimenta inizialmente forti surplus perché ci sono molti più contribuenti che percettori di rendite vitalizie. Nel caso di deputati e senatori, invece, non solo il sistema non è mai stato in surplus, ma il disavanzo ha iniziato a formarsi fin dagli anni 1980, quando ancora i percettori di vitalizi erano poco più di 1000, prova evidente di un sistema insostenibile. Essendo il numero dei contribuenti fisso, questi andamenti erano più che prevedibili. In aggiunta il sistema è assai poco trasparente. Oggi - ha detto Boeri - ci sono circa 2.700 vitalizi in pagamento per cariche elettive alla Camera o al Senato. Purtroppo, nonostante questa audizione fosse stata prevista da mesi, non ci è stato concesso di accedere a informazioni sulle carriere contributive e sulle prestazioni in pagamento".
"Applicando le regole di calcolo dei vitalizi alle informazioni disponibili è possibile stimare il costo attuale in quasi 200 milioni. Si tratta di una sottostima perché ottenuta applicando le regole ai soli anni di servizio presso il Parlamento italiano, escludendo il servizio presso Parlamento europeo o Consigli regionali e gli assegni di fine mandato. L'ufficio di Presidenza della Camera stima un risparmio di 40 milioni dall'applicazione della delibera. Ipotizzando che vi sia la stessa proporzione tra spesa e risparmio da ricalcolo, si può pensare che adottare la stessa delibera al Senato comporterebbe ulteriori 16 milioni di risparmi. Estendendo il ricalcolo ai consiglieri regionali si risparmierebbero 55 milioni. Si avrebbero così risparmi superiori ai 100". Dunque Boeri ha sintetizzato, un intervento che si fa "non
per cassa, ma per equità".