L’Ecuador ha fatto i conti e da aprile a giugno di quest'anno sono stati 767,31 milioni di dollari gli ingressi nel Paese attraverso le rimesse degli emigranti. Il conteggio è arrivato, come sempre, dal Banco Central del Ecuador (BCE). E si tratta di un cifra superiore del 7,31% rispetto a quella del trimestre precedente quando si era arrivati a 715,05 milioni di dollari. Se invece il confronto viene eseguito sullo stesso periodo dell'anno scorso, l'incremento è ancora superiore, 9,79%: allora infatti si era arrivati a 698,89 milioni di dollari. Se invece si va la classifica delle nazioni straniere dalle quali arriva la maggior quantità di denaro, qui al comando ci sono sempre gli Stati Uniti, seguiti dalla Spagna e terza c'è l'Italia. Per quello che concerne gli Stati Uniti nel secondo trimestre 2018 le rimesse sono arrivate a quota $438,24 milioni, cifra che da sola rappresenta il 57,11% del totale. Si tratta di una quantità di denaro maggiore del 12,51% paragonandola a quella del primo trimestre, mentre si scende a un +9,76% quando il raffronto viene eseguito sul secondo trimestre 2017. Dietro agli USA c'è la Spagna come seconda fonte più importante delle rimesse ecuadoriane: il totale è stato di $196,90 milioni che da soli rappresentano il 25,66% del totale. Sul terzo gradino del podio ecco poi l'Italia: l'ammontare del denaro inviato dagli ecuadoriani è stato per certi versi contrastante. Infatti se si guarda al trimestre precedente si è assistito a un calo del 6,53%, però se il raffronto viene eseguito sul medesimo periodo del 2017, si può riscontrare un incremento anche sostanzioso, del 5,39%. L'Italia quindi si conferma la terza grande forza della emigrazione ecuadoriana, la seconda europea, dopo la Spagna che, ovviamente, per una questione di lingua viene preferita da chi è costretto a scegliere un'altra nazione dove lavorare. Se invece si devono andare a leggere i motivi che hanno portato all'incremento del valore delle rimesse, il BCE li collega alla crescita della economia statunitense, alla festa della mamma e alla stretta della politica immigratoria USA.