Celebrare il mezzo secolo di vita del Comitato Tricolore fondato da Mirko Tremaglia e piantare i semi per le nuove sfide che offe la post modernità legata agli italiani nel mondo. È stata la città di Toronto la protagonista dei 50 anni del Ctim, ospitando un doppio appuntamento (un seminario ed una cena di gala) promosso in terra canadese dai locali
delegati, di oggi e di ieri, Franco Misuraca e Carlo Consiglio.
Il primo è stato centrato su una tavola rotonda con l'obiettivo di ricordare la figura di Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel mondo e padre della legge sul voto per gli italiani all'estero. Per l'occasione è giunta dall'Italia una delegazione del Ctim, guidata dal Segretario Generale, Roberto Menia, da Dallas con il Presidente Vincenzo Arcobelli e da Bergamo con Andrea Tremaglia, nipote del fondatore del Comitato.
Tra i relatori esponenti dei Comites, del mondo legato all'associazionismo e all'università, con anche figure distanti ideologicamente da Tremaglia ma che non hanno mancato
di tratteggiarne gli aspetti oggettivi legati alle grandi battaglie per l'emigrazione, come Antonio Nicaso, Odardo Di Santo, Rocco Di Trolio (Consigliere Cgie), Michela Di Marco (Presidente Comites Toronto), Alberto Di Giovanni, Umberto Manca, Gino Bucchino, Giovanna Giordano (Presidente Comites Montreal), Ezio Bortolussi (Presidente Comites Vancouver), Pierluigi Roi, Joe Volpe, Giovanna Tozzi, alcuni dei quali assenti fisicamente non hanno mancato di far giungere un caloroso messaggio.
Quale fu la grande intuizione di Mirko Tremaglia? "Immaginare un grande ombrello comune per le comunità di italiani nel mondo – ha osservato Menia - mirare a una sostanziale integrazione dei nostri connazionali oltreconfine con la madrepatria, fare avvicinare le comunità italiane all’Italia per rendere esplicite le grandi opportunità che si aprono in termini politici, culturali ed economici tra il nostro Paese e il Paese di immigrazione italiana, grazie proprio agli italiani all’estero”.
Come ha ricordato nel suo intervento Arcobelli, è del 1970 l’iniziativa dei Treni tricolori con cui si favorisce il rientro in Italia, per poter votare, degli emigranti di Germania e Belgio. “Le cronache riportano il commovente sventolio dei tricolori da ogni finestrino. Seguono poi negli anni importanti iniziative come l’elaborazione della Dichiarazione dei diritti dei lavoratori italiani nel mondo, la predisposizione delle proposte di legge costituenti il pacchetto emigrazione, le Conferenze Nazionali sull’emigrazione. Tutte battaglie ispirate da Tremaglia e che oggi intendiamo attualizzare, indirizzando sforzi ed energie per le nuove sfide che attendono le nostre comunità all'estero”.
Secondo Menia lo spunto di Tremaglia fu fondamentale ieri e lo è oggi “di fronte al mondo globale, alle nuove generazioni: due sfide da affrontare con la consapevolezza che la lingua italiana e il made in Italy possono essere due jolly da giocare”.