Stregati da un gruppo di ragazze meravigliose, pallavoliste incantevoli, anche se non tutte d’oro. Ragazze semisconosciute diventate ora le fidanzate d’Italia. Destinatarie dei complimenti del presidente Mattarella, che si è prenotato per stringere loro la mano e abbracciarle, di ritorno dal secondo posto ai campionati del mondo in Giappone. Ragazze d’Italia che sono riuscite nell’impresa di inchiodare sei milioni di italiani davanti alla tv quando hanno giocato la finale, sconfitte dalle serbe al tie-break.
Share del 43% e punte d’ascolto di otto milioni, a dispetto anche dell’orario, non dei più comodi. Emozioni a gogò e moti di passioni da mondo del calcio. Nuovo amore degli italiani, la nazionale femminile di pallavolo scopre di avere uno sponsor ufficiale gaffeur. Il fiasco di Uliveto, "l’acqua per lo sport", nella sua stessa bottiglia. Un caso, un infortunio prontamente rilevato dai social. Una gaffe, ecco.
La pagina acquistata dallo sponsor Uliveto sui maggiori quotidiani italiani, sportivi e politici, presenta l’immagine della bottiglia di minerale con la scritta "Le CAMPIONESSE del VOLLEY" bevono ULIVETO", che mette in bella vista la bottiglia per così dire galeotta. In primo piano, come è giusto diritto dello sponsor. Ma allora dov’è la gaffe e dov’è il fiasco? Eccolo servito: la bottiglia color verde copre due giocatrici della nazionale italiana protagonista ai mondiali. Solo due. Le altre bene in vista, riconoscibili, con tanto di bandiera tricolore tesa e tenuta per mano. Inutile però nascondere che nella circostanza la bottiglia della Uliveto faccia acqua di un altro tipo. Tutti grati a questa nazionale giovane e multietnica, mentre proprio lo sponsor si dimentica due protagoniste di primo piano. Importanti come le altre, forse un tantino di più.
Proprio loro le dimenticate, guarda caso due giocatrici afro-italiane. Egonu e Sylla impallate, nascoste, cancellate e dall’immagine della bottiglia. Peggio di come hanno fatto i muri della Serbia nella finale di Tokyo. Anzi di più. Il ringraziamento dello sponsor Uliveto ripropone la squadra schierata sul campo prima di una partita. Tutta la squadra? No, questo no. Diciamo quasi, e tutti a chiedersi? Ma dov’è Paola Egonu, l’opposta che ha trascinato l’Italia in finale, la donna record per la montagna di punti realizzati a beneficio della causa? Non c’è e non c’è neppure Miriam Sylla, premiata come migliore schiacciatrice del torneo. Inevitabile e pronto il ricorso alla parola che non vorremmo mai sentire: razzismo.
La gaffe non poteva sfuggire all’attento, implacabile popolo dei social. Le accuse di razzismo si sono sprecate. Come pure la raffica di ironie. Una in particolare, molto divertente e di grande spettacolarità: Tommie Smith e John Carlos sul podio delle olimpiadi di Città del Messico coperti da un paio di bottiglie di Uliveto. Che si autodefiisce "l’acqua per lo sport". Reazioni da parte dello sponsor? Una e immediata: le scuse, perdonateci, è una foto che risale all’anno scorso. Sylla non c’è perché allora non giocava. E la Egonu? Lei c’era, giocava già da protagonista, ma nella foto è nascosta. Cancellata come Sylla e Serena Ortolani, giocatrice medaglia d’argento della nazionale presente anche lei in Giappone e consorte del commissario tecnico Mazzanti. La moglie del guru artefice del successo di un gruppo favoloso, e lui stesso protagonista assoluto. L’uomo e il tecnico della svolta italiana.
Completato il fiasco in bottiglia non più riparabile, la Uliveto si è giustificata. "Il fatto che non ci siano Paola Egonu e Miriam Sylla è del tutto casuale", si è scusato Patrizio Catalano Gonzaga, direttore marketing del gruppo Uliveto-Rocchetta. Ma le ragazze come l’hanno presa? Con classe infinita, la stessa che esibiscono sul parquet, sotto rete o al servizio, nelle schiacciate e nei muri. Una reazione intanto molto sensata quella di Miriam Sylla. "Non sono il tipo che urla al razzismo qualunque cosa succeda. Credo sia stato commesso un errore in perfetta buona fede". Laddove è palese il clamoroso imperdonabile errore: siamo in presenza di un fotomontaggio mal riuscito, terrificante. Un impiastro, un pasticciaccio. E pensare che il giorno prima, per celebrare la vittoria delle campionesse italiane contro la Cina, la Uliveto aveva usato la foto giusta. In primo piano tutte le nostre amate eroine. Nere, bianche, ma soprattutto azzurre.
Franco Esposito