La manovra del governo, pur rappresentando una prima inversione di tendenza, è "inadeguata e carente di una visione del Paese": mancano le risorse per gli investimenti, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. E all’equità fiscale, alle richieste di lotta all’evasione, risponde con ricette "inique e sbagliate", riproponendo un sistema di condoni invece che "interventi sui patrimoni dei più ricchi". È questo il giudizio che Cgil, Cisl e Uil mettono nero su bianco in una piattaforma rivendicativa approvata ieri dagli esecutivi unitari che mette in fila le proposte per offrire al governo quel "disegno strategico" che manca al rilancio del Paese.
Il governo dunque apra un confronto in tempi brevi, chiedono a una sola voce Cgil, Cisl e Uil pronte a "sostenere le proposte rivendicative, anche con le forme e gli strumenti propri dell’esperienza sindacale". E in un documento di 11 cartelle i sindacati dettagliano una vera e propria contromanovra. Fisco, pensioni e crescita i capitoli più pesanti. Nel primo, infatti, Cgil, Cisl e Uil chiedono la creazione di un’agenzia dedicata esclusivamente all’accertamento ed al monitoraggio della riscossione; l’estensione della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo, e l’introduzione di detrazioni per i servizi alle famiglie, cavallo storico dei sindacati con cui sfruttare il c.d. contrasto di interessi.
Non solo. Serve rendere tracciabili tutti i pagamenti con la moneta elettronica portando a 1.000 euro il limite per i pagamenti in contanti e stabilire "una regola d'oro" per cui tutti i redditi siano controllati almeno una volta ogni 5 anni. E ancora: stop alla flat tax, "sbagliata ed iniqua", e si aumentino "significativamente" le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e da pensione con un meccanismo che riconosca un credito d’imposta anche agli incapienti; si introduca un nuovo assegno familiare universale con cui unificare l’assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico.
Caldo anche il capitolo pensioni: confermata la richiesta dei 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età e lo stop al meccanismo automatico di adeguamento alle aspettative di vita. Ma l’attenzione resta su giovani e donne. Per i primi i sindacati chiedono una pensione contributiva di garanzia da calcolare non solo in base al numero di anni di lavoro e contributi versati, ma anche dei periodi di formazione e di quelli di bassa retribuzione: per le seconde, le più penalizzate da quota 100, Cgil, Cisl e Uil chiedono il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni filgio e il riconoscimento del lavoro di cura svolto in famiglia.
E poi i capitoli investimenti pubblici, gli unici in grado di creare sviluppo e attivare occupazione, che dovranno salire fino al 6% del Pil per i quali "aprire una seria discussione in Europa" per il loro scomputo dal deficit; e il completamento di Tav, terzo valico e Brennero nonché un piano straordinario sulla manutenzione delle infrastrutture esistenti. Infine il lavoro: prolungare la durata massima della cassa integrazione straordinaria oltre i 24 mesi nel quinquennio; allargare e sostenere adeguatamente il ricorso al contratto di solidarietà; rendere strutturale la proroga della CIGS per cessazione di attività e per procedure concorsuali ma anche rafforzare il sistema Anpal e i Centri per l’Impiego per dare corpo alle politiche attive, iniziando dai territori che sono più deboli e intervenendo sui divari territoriali, limitando il rapporto utente/operatore oggi troppo alto.
"Il governo arriva alla manovra senza averne mai discusso con nessuno. Apra dunque un confronto con le parti sociali - ha detto la leader Cgil, Susanna Camusso - E' una esplicita richiesta: se non ci sarà il confronto e in assenza di risposte decideremo come reagire". "La scelta di non confronto coincide spesso con il provare a negare l’esistenza della rappresentanza", ha aggiunto Camusso.