Si respira grande scetticismo in Uruguay dopo le dichiarazioni trionfali del sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo sull’imminente riapertura del Consolato. Una decisione "già presa dal Governo" ha detto Merlo senza però dare ulteriori informazioni e lasciando aperte due ipotesi molto diverse tra loro: "Stiamo valutando se affittare una sede oppure costruirne una nuova". E il nuovo Console quando arriva? Chiedono in tanti. "No, il sottosegretario Merlo si é confuso, non masticando molto bene la lingua italiana ha parlato di riapertura del consolato ma voleva riferirsi alla Cancelleria Consolare, cioé spostare in locali piú grandi l’attuale struttura…"- spiegano i piú informati.
"Sí, la decisione di migliorare gli spazi della Cancelleria consolare è stata già presa. Adesso
bisognerà capire soltanto in che modo questo verrà fatto - conferma Renato Palermo, rappresentante dell’Uruguay all’interno del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) e che segue da vicino la vicenda. Palermo spiega di aver parlato spesso con il sottosegretario Merlo ultimamente e di aver affrontato la questione diverse volte: "Sul tavolo ci sono due ipotesi che sono ovviamente abbastanza diverse. Una, più veloce, che
è quella di affittare un nuovo locale. L’ipotesi di costruire all’interno dell’Ambasciata richiederà tempi burocratici più lunghi. Attenzione però, in entrambi i casi è probabile che resti una Cancelleria consolare e non cambi di status. Con noi del Cgie Merlo sta avendo una rapporto corretto e abbiamo avuto un dialogo costruttivo su come affrontare la situazione. Adesso vedremo".
Nonostante i problemi già denunciati sui servizi consolari che riguardano gli spazi e le attese, Palermo sottolinea i "miglioramenti nella produttività" e in particolare il caso del numero delle pratiche per passaporto che "sono quadruplicate negli ultimi anni". Oltre a ciò "l’utilizzo del 30% della tassa sulla cittadinanza ha permesso alle strutture di avere ulteriori fondi a disposizione". Dopo anni di battaglie, promesse e delusioni, in Uruguay restano peró ancora tanti dubbi. Sarà la volta buona che lo Stato italiano risolva finalmente questo eterno problema? Oppure sarà solo l’ennesima delle tante frasi a effetto pronunciate dai politici (di ogni schieramento) e portate via dal vento? Fra i rappresentanti della comunità italiana come fra le associazioni prevalgono i sospetti.
"Sono parole confuse. Le due opzioni hanno una differenza sostanziale. Cambiano i costi,
cambia tutto" dice Filomena Narducci dell’esecutivo del Comites di Montevideo che pone diverse domande: "Aspettiamo di avere ulteriori informazioni al più presto perché questa è una tematica cruciale per i nostri cittadini. Servono servizi consolari efficaci. Una struttura adeguata sia per ricevere il pubblico che per gli stessi funzionari. Insomma, si affitta o si costruisce? Nel primo caso sarebbe come tornare indietro, non ha senso avere in Uruguay diverse sedi". Più propensa per la seconda ipotesi che era stata già proposta in passato, la Narducci crede che i "locali dell’Ambasciata possano essere maggiormente utilizzati per ampliare e migliorare l’ufficio consolare". In ogni caso, il sottosegretario Merlo "dovrebbe avere le idee molto chiare su questi argomenti" e "dovrebbe dare ulteriori chiarimenti perché la sensazione è che gli annunci possono creare confusione".
"Finché non lo vedo non ci credo". La segretaria del Comites Roma Musetti ripete la frase che viene maggiormente utilizzata in questi giorni in Uruguay. "In tanti anni abbiamo sentito tante frasi e poche soluzioni concrete. Vedremo quello che succederà adesso ma sappiamo che sarà una cosa difficile. Ho poca fiducia nelle promesse dei politici. Qui non esistono soluzioni magiche che dall’oggi al domani cambiano le cose". Secondo la segretaria del Comites le dichiarazioni di Merlo sono "molto vaghe" e "generano confusione". Per questo "aspettiamo di ricevere ulteriori chiarimenti". Se fra i rappresentanti della collettività ci sono dubbi, questi sembrano ancora più accentuati
all’interno delle associazioni italiane di Montevideo dove regna la più totale diffidenza.
Il più duro di tutti è Eugenio Nocito dell’Associazione Calabrese che tuona: "Sono solo
annunci politici in cerca di un facile consenso che fanno breccia solo su quelli che ignorano la situazione. Le nostre richieste il Governo italiano le conosce bene. Sono anni che protestiamo e non è mai cambiato niente. Abbiamo visto di tutto con frasi che lasciano il tempo che trovano. È un problema generale dei politici e dei rappresentanti degli italiani all’estero che dimenticano i nostri problemi salvo rare eccezioni". Secondo Nocito le probabilità di successo del piano del sottosegretario Merlo "sono estremamente esigue" perché lui "è solo una facciata. La realtà è che l’attuale Governo gialloverde sta andando in un’altra direzione che prevede la chiusura verso gli immigrati e anche verso gli italiani all’estero e i discendenti. Ho una posizione molto negativa: anche questa volta non succederà niente, ci siamo ormai abituati".
"Finché non lo vedo non ci credo" dice Mario Mattiussi dell’Ente Friulano Efasce, anche lui abbastanza critico: "Manca chiarezza in queste dichiarazioni. Sinceramente, io non mi fido dei politici. Abbiamo bisogno di un Consolato adeguato per i 120mila cittadini. Così come stanno le cose attualmente è una cattiva pubblicità per l’immagine dell’Italia nel mondo. Forse l’opzione migliore sarebbe quella restare dentro l’Ambasciata ma l’importante è migliorare gli spazi e i tempi". Sono diverse le domande che pone Mattiussi riassumendo un po’ le inquietudini generali: "Come si farà? È stata già fissata una data? Il sottosegretario deve chiarire. Vogliamo sapere. Spero che non sia solo un annuncio facile".
Anche Mario Lannutti dell'Associazione Abruzzese è scettico al riguardo: "Dopo anni di lotte e mobilitazioni oggi nutro forti dubbi sul fatto che il sottosegretario Merlo possa ottenere ciò che noi chiediamo da un decennio. Il Governo ha altri problemi, altre priorità. Io non ho nulla contro di lui ma penso che forse abbia ingigantito qualche piccola promessa ricevuta. Forse ci sarà qualcosa in futuro" -conclude Lannutti- "ma sicuramente ci vorrà tempo. Nell’immediato non cambierà niente. La realtà è che noi dell’Uruguay non contiamo nulla. Anni di tante battaglie e non abbiamo mai ottenuto nulla. La vicenda del Consolato di Montevideo ci lascia anche un insegnamento: tanti politici in questi anni l’hanno strumentalizzata".
Matteo Forciniti