Negli ultimi 70 anni il tasso di fertilità medio è progressivamente diminuito in tutto il mondo, arrivando oggi quasi a dimezzarsi rispetto al 1950. A rivelarlo è il rapporto Global Burden of Disease, pubblicato sulla rivista Lancet, secondo cui nel 1950 il numero medio di figli per donna era di 4,7, mentre nel 2017 è sceso a 2,4 (pur con grandi differenze tra un Paese e l'altro).
DIFFERENZE DA PAESE A PAESE
Esistono, però, grandi differenze da Paese a Paese. Il tasso di fertilità in Niger, ad esempio, è di 7,1, ma nell'isola di Cipro la media è un bambino per ogni donna. I Paesi interessati sono principalmente quelli europei, gli Stati Uniti, la Corea del Sud e l'Australia.
LE RAGIONI DEL DECLINO
Le ragioni di questo declino sono principalmente tre: meno morti in età infantile, quindi meno gravidanze, maggior accesso alla contraccezione e molte più donne istruite e che lavorano. "L'impatto demografico incide su ogni singolo aspetto delle nostre vite, basta guardare fuori dalla finestra, alle strade, alle abitazioni, al traffico, ai consumi. E' tutto guidato dalla demografia - spiega il direttore dell'Istituto sull'età della popolazione di Oxford George Leeson - quello a cui stiamo pensando non dipende dai numeri della popolazione, ma anche dalla struttura relativa all'età, che sta cambiando".
COME AUMENTARE IL TASSO DI FERTILITA'
Secondo il report i Paesi con bassi tassi di fertilità dovranno considerare un aumento dell'immigrazione o l'introduzione di politiche per aumentare il tasso di fertilità, queste ultime strategie, avvertono, spesso falliscono.